Federica Pellegrini propone il nuoto a scuola: obiettivo difficile da raggiungere per i costi troppo elevati

Federica Pellegrini

Federica Pellegrini (instagrma kikkafede88) - terranauta.it

La campionessa olimpionica evidenzia come l’insegnamento del nuoto a scuola sia fondamentale, ma i costi sono proibitivi.

La stagione estiva 2025 sta per volgere al termine e questa verrà ricordata non solo per i rincari di ombrelloni e lettini, ma anche per i numerosi decessi in mare o in piscina.

In questi tre mesi la cronaca nera ha riportato numerosi casi di persone morte per annegamento in mare o in piscina. Questo ha portato sconforto e sgomento tra i cittadini, che si chiedono quale soluzione potrebbe risolvere la questione.

Secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera, un rapporto presentato dall’Istituto Superiore di Sanità datato giugno 2025 parla di una media di 328 morti per annegamento all’anno registrati in Italia.

Tra questi, il 12% ha un’età inferiore ai 18 anni mentre la metà dei decessi accaduti in piscina hanno coinvolto bambini con meno di 12 anni di età.

La proposta

A seguito di questa estate nera, la campionessa olimpica di nuoto Federica Pellegrini ha sottolineato come la sua disciplina sia fondamentale e dovrebbe essere insegnata in tutte le scuole. Stando a quanto si legge sul sito tecnicadellascuola.it, la Pellegrini afferma che il nuoto dovrebbe essere obbligatorio nelle scuole ma sa bene che è un obiettivo arduo da raggiungere.

Infatti, per poterlo realizzare è necessaria un’elevata quantità di denaro perché bisogna organizzare le lezioni, trovare piscine che siano disposte ad aprirsi ad intere classi di alunni e cercare anche un docente esterno adatto all’insegnamento in acqua. Il tema del nuoto a scuola si è affrontato più volte in passato e la proposta di Federica Pellegrini non è passata inosservata.

Lezioni di nuoto
Lezioni di nuoto (pexels) – terranauta.it

Le parole dell’esperto

Ai microfoni del Quotidiano Nazionale, il pediatra Italo Farnetani ha ammesso che questo progetto sarebbe una cosa fattibile. In Italia, secondo le ricerche del dottore, solo il 30% dei bambini e degli adolescenti sa nuotare bene. Tutti gli altri si arrangiano come possono, restando a galla o spostandosi in orizzontale ma senza essere dei nuotatori provetti.

Per poter realizzare il progetto di introdurre il nuoto come materia didattica è necessario organizzarsi per tempo prima dell’inizio dell’anno scolastico. Farnetani ha dichiarato che dovrebbe essere l’amministrazione pubblica a prendersi tale impegno, attivando convenzioni con piscine pubbliche e private e mettendo in pratica le lezioni di nuoto. Queste possono essere svolte anche dagli insegnanti di ginnastica e gli alunni si divertirebbero di più e avrebbero più voglia di andare a scuola sapendo che c’è la possibilità di nuotare in piscina.