“Nessuno potrà mai scalarlo”: il monte più alto al mondo, 6638 metri I Inaccessibile, ma per motivi ‘spirituali’

Monte - pexels - terranauta

Monte - pexels - terranauta

“Nessuno potrà ma scalarlo”: il monte più alto al mondo, 6638 metri è inaccessibile: ma non (o non solo almeno) per motivi tecnici o climatici. Le ragioni sono ‘spirituali’. Ecco il Monte Kailash in Tibet: la montagna che nessuno può scalare.

Tra le vette imponenti dell’Himalaya, nel remoto ovest del Tibet, si erge il Monte Kailash, una montagna sacra, misteriosa e inviolata.

Con i suoi 6.638 metri di altezza, non è la cima più alta del mondo in senso assoluto, ma è certamente una delle più venerate e inaccessibili.

Non per ragioni tecniche o climatiche, bensì per il suo profondo significato spirituale. Sarebbe a dire? Chiariamolo.

Il Monte Kailash è l’unica grande montagna della Terra mai scalata: non perché sia impossibile, ma perché nessuno ha il permesso di farlo.

Non lo puoi scalare: nel senso che non ti è permesso

Questa montagna, dalla forma quasi piramidale, si staglia solitaria su un altopiano arido, a più di 1.000 chilometri da Lhasa. È considerata sacra da quattro religioni: l’induismo, il buddismo, il giainismo e la religione bon (la spiritualità autoctona tibetana). Per gli induisti, Kailash è la dimora di Shiva, il dio della distruzione e della trasformazione. Per i buddisti, è il trono di Demchog (o Chakrasamvara), una divinità dell’illuminazione. Per i jainisti, rappresenta il luogo dove il fondatore della religione, Rishabhanatha, raggiunse la liberazione. Per i bonpo, è il centro spirituale dell’universo.

Ogni anno, migliaia di pellegrini compiono un lungo viaggio per raggiungere la montagna. Non per scalarla, ma per circumnavigarla. La pratica del “kora” consiste nel camminare attorno alla base della montagna per circa 52 chilometri, spesso a oltre 5.000 metri di altitudine. È un cammino spirituale faticoso ma profondo, durante il quale molti devoti si prostrano a terra ad ogni passo, in segno di devozione e purificazione. Secondo la tradizione, compiere il kora una volta cancella i peccati di una vita; farlo 13 volte assicura l’illuminazione.

Monte alto - pexels - terranauta
Monte alto – pexels – terranauta

Le ragioni sono spirituali

Malgrado l’interesse di alcuni alpinisti, nessuno ha mai scalato il Kailash. Nel 1985, il famoso esploratore Reinhold Messner ottenne un’autorizzazione parziale dalle autorità cinesi, ma rifiutò di salire per rispetto del carattere sacro della montagna. Da allora, il governo cinese – che controlla la regione autonoma del Tibet – ha proibito ogni tentativo di ascensione, proteggendo così l’integrità religiosa del sito. Oltre alla spiritualità, il Monte Kailash ha una forte valenza geografica. Dai suoi ghiacciai nascono quattro dei maggiori fiumi dell’Asia: il Gange, il Bramaputra, l’Indo e il Sutlej. Questa singolarità alimenta ancora di più il mito della montagna come “ombelico del mondo” o asse sacro del pianeta.

Il Kailash è anche avvolto da leggende. Alcuni raccontano di un misterioso tempo distorto attorno alla montagna; altri sostengono che la sua geometria perfetta e simmetrica indichi origini non naturali. Secondo alcune credenze new age, Kailash sarebbe una delle grandi “centrali energetiche” del pianeta. In un’epoca in cui quasi ogni cima del mondo è stata conquistata, il Monte Kailash rimane intatto, puro, rispettato. È un raro esempio di come la fede collettiva possa proteggere un luogo, impedendo che venga violato dall’ambizione umana. Il Kailash non è solo una montagna: è un simbolo di armonia tra natura, spirito e cultura.