Questo animale è immortale, ma l’uomo lo uccide costantemente | È una prelibatezza della cucina italiana

Cucina italiana (pexels.com) - terranauta.it
Sarebbe immortale, ma gli esemplari finiscono presto o tardi sulle tavole italiane, è una prelibatezza universalmente riconosciuta.
Di prodotti eccellenti, l’Italia ne ha moltissimi, e non si può negare quanto la nostra tradizione culinaria sia tra le più apprezzate al mondo.
Quella dell’Italia, infatti, è una ricchezza culinaria e culturale, che consta di un numero di ricette sapientemente studiate ed eseguite.
Ancora, nel mondo, sono in pochi a riprodurre, a meno che non siano addetti ai lavori, piatti italiani nel modo corretto.
Oggi parliamo di un animale che costituisce un ingrediente considerato universalmente pregiato e prelibato.
Un animale se, se non fosse per l’umanità, sarebbe immortale: te lo ritrovi sul piatto
Immagina: sei a tavola con un grosso bavaglio legato dietro al collo, ma non hai più 2 anni. Difficilmente, in questo scenario, potrai immaginare di mangiare qualcosa che non sia un’aragosta. In Italia, l’aragosta non è considerata un ingrediente tradizionale, ma un piatto da mangiare, a meno che non si sia davvero benestanti, in occasioni di festa o particolarmente sontuose. Spesso viene preparata nelle isole o in zone costiere, e alcune regioni hanno acquisito l’ingrediente, che è diventato popolare attraverso ricette diverse.
Se iniziamo a pensare alle aragoste non come ingredienti ma come creature marine, il tono si fa decisamente meno spensierato. Secondo il divulgatore renato_improda su Tik Tok, infatti, le aragoste sarebbero esseri quasi immortali, nel senso che il loro corpo non inizia a invecchiare e quindi a perdere forza e vigore al pari di quello di un essere umano o altri animali. Ecco da che cosa dipende.

Aragoste, ecco cosa producono per mantenersi ‘giovani’
Le aragoste non sono immortali nel senso più classico del termine, ma queste producono un enzima chiamato telomerasi. Si tratta di un enzima che ripara i cosiddetti telomeri, estremità dei cromosomi, che negli altri animali si accorciano causando l’invecchiamento cellulare. Tale enzima è prodotto a vita dalle aragoste, dunque l’invecchiamento cellulare è davvero molto lento.
Questo è un grande vantaggio biologico che dovrebbe impattare in modo importante sulla longevità delle aragoste. Eppure, secondo alcune ricerche morirebbero per esaurimento energetico, ma più spesso le cause della loro morte consistono in malattie, infezioni, difficoltà nella muta e, ovviamente, uccisione da parte dell’essere umano. Si stima che in natura vivano circa 30-50 anni, mentre sono stati documentati anche casi di aragoste che avrebbero superato i 70. Insomma, la storia delle aragoste è davvero tragica se la affrontiamo dal loro punto di vista.