Guerra nell’Oceano Pacifico: si combatte anche sott’acqua | Ecco che cosa sta succedendo

Sub

Sub (Pexels) - Terranauta.it

Nei fondali dell’Oceano Pacifico si sta svolgendo un vero e proprio combattimento. Una crociata per salvare il reef da loro. 

Nel cuore dell’Oceano Pacifico, un conflitto silenzioso e implacabile sta mettendo a rischio il futuro delle sue acque.

Non si tratta però di dispute territoriali tra nazioni e neppure di scontri armati tra forze navali, ma di una guerra a cui stanno partecipando i subacquei, con l’obiettivo di salvare i mondi sottomarini.

È una battaglia cruciale la loro, che però è resa ardua dai cambiamenti climatici che già stanno rendendo deboli questi ecosistemi, da cui dipende il futuro della barriera corallina.

Anche le popolazioni locali, insieme ai subacquei, sono in prima linea in questa battaglia. Ne va della vita del loro oceano.

Una battaglia per salvare l’Oceano Pacifico

In alcuni arcipelaghi questa battaglia dura già da alcuni anni, poichè è da tempo che sono nella morsa dell’invasione, come ha spiegato il biologo marino Teina Tengo e come riportato su “Repubblica.it”. Proprio lei sta infatti addestrando i volontari a proteggere le barriere coralline di Rarotonga, la maggiore delle isole dell’arcipelago.

Le armi sono degli strumenti improvvisati. Sono lance fatte di legno ferro del Pacifico, degli oggetti rudimentali, ma utili a staccare il nemico dal corallo, issarlo a bordo di una barca con della corda spessa e infine macinarlo per ottenere dei fertilizzanti marini. L’obiettivo è infatti frenare l’invasione, che sta diventando un problema sempre più grande.

Corona di spine
Corona di spine (Pexels) – Terranauta.it

Una guerra silenziosa ma necessaria

Il nemico in questione è il cosiddetto “corona di spine”. Si chiama così per via delle centinaia di minuscole punte velenose che ha. Secondo i ricercatori queste infestazioni sono dovute a una combinazione di fattori, compresi i rifiuti agricoli che vengono scaricati in mare e le fluttuazioni nel numero dei loro predatori naturali.

Come spiega “Repubblica.it”, rappresentano un pericolo poichè essendo degli animali che si nutrono di corallo, stanno divorando in modo vorace i reef tropicali. Basta pensare che un singolo esemplare di questa stella marina può divorare più di 10 metri quadrati di barriera corallina ogni anno. I loro effetti dannosi sono aggravati dal fatto che le barriere coralline sono già indebolite dallo sbiancamento dei coralli dell’acidificazione, entrambi fenomeni legati al cambiamento climatico, per cui è necessario intervenire. La battaglia con le lance di legno, nonostante gli scienziati in Australia stiano sviluppando dei robot per individuarle e distruggerle, è un chiaro segno della gravità di questa guerra sottomarina, che per quanto silenziosa possa sembrare, sta avendo delle gravissime conseguenze.