Reflui in mare tra Lamezia e Pizzo, acqua verde: numerose proteste dagli operatori turistici

Inquinamemnto marino (pexels) - terranauta.it
Il mare della Calabria è inquinato da rifiuti organici potenzialmente tossici. Il mare è diventato verdastro e nessuno vuole più tuffarsi.
L’estate è al suo culmine e in molti cercano refrigerio dal caldo cittadino nel mare più prossimo. Tuttavia, non tutti possono usufruirne a causa di una colorazione sospetta.
Il mare tra Lamezia Terme e Pizzo, entrambi i Comuni in Calabria, ha assunto una colorazione piuttosto ambigua che toglie la voglia ai bagnanti di tuffarsi.
Stando a quanto riportato dal sito lacnews24.it, è da più di un anno che il Golfo di Lamezia sta combattendo contro una grave emergenza ambientale.
Questo allarme urgente che va avanti da oltre un anno minaccia di distruggere in modo definitivo la stagione turistica in corso d’opera. Né i locali né i turisti hanno la minima intenzione di andare in una spiaggia con il mare verdastro e plausibilmente nocivo per la salute.
Acque di scarico nel mare della Calabria
Questa colorazione verdastra è data al mare probabilmente dai reflui scaricati in modo scorretto dalle attività industriali della zona. Inoltre, queste acque di scarico potrebbero essere anche nocive per chiunque ci vada a contatto diretto (quindi facendo un bagno in mare). Secondo quanto si legge sul sito lacnews24.it, è un argomento piuttosto sentito sui social media dove molti utenti postano decine di foto mostrando il mare verde.
Un utente ha commentato scrivendo: “Fa così tanta impressione che passa la voglia di bagnarsi perfino i piedi per paura di contrarre chissà quali schifezze”. Già nel 2024 l’allarme era stato lanciato da molte persone proprio riguardante la colorazione preoccupante del mare tra Lamezia e Pizzo. Adesso l’ennesimo avviso ha attirato l’attenzione sull’entroterra, dove ci sono attività industriali ed agricole che potrebbero essere le cause di questo inquinamento.

Richiesta e risposta
Dati i numerosi avvisi in questi ultimi anni, l’associazione Difendiamo il mare ha chiesto la chiusura o la deviazione studiata e monitorata del canale B per bloccare lo sversamento dei rifiuti in mare. Questi potrebbero essere inquinati e tossici e si richiede anche più trasparenza sulle attività industriali.
Sono molte le ipotesi e i sospetti che nascono da questa situazione di mare verdastro e le due “fazioni” che si scontrano in questa faida sono i cittadini e le associazioni contro i dati registrati dalle analisi eseguite da ARPACAL (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria). I primi ipotizzano che le acque verdastre del mare tra Lamezia Terme e Pizzo siano dovute agli scarichi incontrollati delle fabbriche in città. Invece i dati dell’ARPACAL sottolineano come il fenomeno del mare verde sia causato dalla “proliferazione di alghe dovuta all’aumento della temperatura marina”.