PROTEZIONE CIVILE – ALLARME idrogeologico in Italia: Giugno sotto assedio, scatta l’allerta, territori in pericolo, ecco dove

Fulmini - pexels - terranauta

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Nel giugno 2025, l’Italia si trova ad affrontare una delle peggiori emergenze idrogeologiche degli ultimi decenni tanto dal necessitare di una vera ‘allerta’. La Protezione Civile ha evidenziato una serie di situazioni da allarme. Ecco quali.

Piogge torrenziali, frane e smottamenti hanno messo in ginocchio intere regioni, colpendo duramente il territorio nazionale da Nord a Sud.

In soli venti giorni, il Dipartimento della Protezione Civile ha registrato oltre 300 eventi critici legati al dissesto idrogeologico, costringendo le autorità locali a dichiarare lo stato di calamità in numerose province.

La causa principale di questa crisi è da attribuire a una serie di perturbazioni atlantiche particolarmente intense, che si sono abbattute sull’Italia con un’insolita frequenza e violenza.

Le regioni del Nord, in particolare Lombardia, Piemonte, Liguria e Veneto, sono state le più colpite da fenomeni di esondazione e frane.

Ecco dove siamo a rischio: scatta l’emergenza

A Varese, il fiume Olona ha rotto gli argini causando allagamenti in diversi quartieri residenziali, con l’evacuazione di oltre 1.200 persone. A Belluno, una frana ha interrotto la viabilità principale verso il Cadore, isolando alcune comunità montane. Anche il Centro Italia ha subito danni significativi. In Toscana, il territorio del Casentino è stato interessato da smottamenti che hanno coinvolto infrastrutture stradali e agricole.

Le colline argillose, rese instabili dalle piogge incessanti, hanno ceduto in più punti provocando il crollo di muri a secco e l’ostruzione dei torrenti. Nelle Marche, tra le province di Ancona e Macerata, il rischio frana ha costretto le scuole a chiudere per precauzione, mentre a Perugia, una frana ha travolto una zona residenziale, fortunatamente senza causare vittime.

Allarme idrogeologico - pexels - terranauta
Allarme idrogeologico – pexels – terranauta

Cosa sta succedendo e cosa farà il governo

Nel Sud, la situazione è stata aggravata dalla combinazione tra piogge improvvise e terreni già fragili a causa della cementificazione diffusa. In Calabria, le province di Reggio e Vibo Valentia hanno registrato cedimenti strutturali in aree urbane e rurali. La Sicilia orientale ha subito l’effetto di vere e proprie “bombe d’acqua”, con fiumi minori come il San Leonardo e il Simeto che hanno superato i livelli di guardia. A Catania, i sottopassi cittadini si sono trasformati in trappole d’acqua, causando disagi e danni a decine di veicoli.

Il governo italiano, tramite il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha istituito un’unità di crisi per coordinare gli interventi urgenti. Sono stati stanziati oltre 500 milioni di euro per la messa in sicurezza del territorio, il ripristino delle infrastrutture danneggiate e l’assistenza alle popolazioni colpite. Il Presidente del Consiglio ha dichiarato che l’Italia “non può più permettersi di inseguire le emergenze, ma deve prevenire con investimenti strutturali e duraturi.” Gli esperti segnalano che l’Italia è particolarmente vulnerabile al dissesto idrogeologico: oltre il 90% dei comuni è a rischio frana o alluvione. L’urbanizzazione incontrollata, il consumo di suolo e la mancata manutenzione dei bacini idrici contribuiscono a rendere il Paese più fragile di fronte a eventi estremi, la cui frequenza è in crescita a causa del cambiamento climatico.