NUOVA VITA NEL DESERTO: Egitto, ecco il FIUME ARTIFICIALE, nuovi terreni fertili, nuove città I Addio siccità e carenze alimentari

SFINGE - Egitto - pexels - terranauta
Nel giugno 2025, l’Egitto ha ufficialmente avviato una delle iniziative ingegneristiche più ambiziose della sua storia moderna: la costruzione di un fiume artificiale destinato a scorrere attraverso il cuore del deserto occidentale.
Con l’obiettivo di trasformare terre aride in aree coltivabili, il progetto, denominato “Nuova Vita nel Deserto“, mira a rispondere alla crescente crisi agricola, alimentare e demografica del Paese.
Un dramma che conta ormai oltre 110 milioni di abitanti, in gran parte concentrati lungo la valle del Nilo.
Il cuore dell’iniziativa è la realizzazione di un canale lungo oltre 350 chilometri, capace di trasportare acqua dal Lago Nasser – bacino artificiale del fiume Nilo a sud del Paese – fino alle regioni desertiche prossime all’oasi di Bahariya e al Governatorato di Matruh.
Il fiume artificiale non solo irrigherà centinaia di migliaia di ettari, ma fungerà anche da arteria economica e logistica, lungo la quale nasceranno nuovi insediamenti urbani, centri agricoli e infrastrutture di trasporto.
Ispirato a Suez, ecco il grande progetto
Il progetto prende ispirazione da grandi opere del passato, come il Canale di Suez o i sistemi idraulici dell’antico Egitto, ma utilizza tecnologie moderne: impianti di pompaggio a energia solare, condotte sotterranee per ridurre l’evaporazione, sistemi di monitoraggio satellitare per la gestione idrica intelligente. L’obiettivo è duplice: combattere l’insicurezza alimentare e decongestionare le aree sovrappopolate del Cairo e del Delta del Nilo.
Secondo il Ministero egiziano delle Risorse Idriche e dell’Irrigazione, entro il 2030 saranno reclamati circa 1,5 milioni di ettari di nuovi terreni coltivabili, principalmente destinati alla produzione di grano, ortaggi, datteri e legumi, riducendo la dipendenza dalle importazioni. Le autorità prevedono anche la creazione di centinaia di migliaia di posti di lavoro diretti e indiretti, contribuendo alla stabilità sociale e alla crescita economica del Paese.

Rivoluzione ingegneristica in Egitto
Non mancano però le criticità e le perplessità. Alcuni esperti idrologi internazionali mettono in guardia dal rischio di un uso eccessivo delle risorse del Nilo, già oggetto di tensioni geopolitiche tra Egitto, Sudan ed Etiopia a causa della Diga del GERD (Grand Ethiopian Renaissance Dam). Altri sottolineano l’impatto ambientale potenziale sulla fragile ecologia del deserto e sulle riserve idriche sotterranee non rinnovabili.
Il governo egiziano ha tuttavia rassicurato la comunità internazionale, dichiarando che l’opera sarà sostenibile e compatibile con gli accordi idrici regionali. Il presidente Abdel Fattah al-Sisi, in un discorso ufficiale, ha definito il progetto “una nuova pagina nella storia della civiltà egiziana, capace di coniugare modernità, sicurezza alimentare e sviluppo del territorio”. Il cantiere, iniziato simbolicamente il 1° giugno 2025 con la posa della prima pompa idrica automatizzata, ha già attirato investimenti esteri da parte di Cina, Arabia Saudita e Unione Europea. È prevista anche la partecipazione di istituti di ricerca e università, che contribuiranno al monitoraggio e all’ottimizzazione dei sistemi agricoli nel deserto. Il sogno dell’Egitto di trasformare la sabbia in campi fertili sembra oggi più concreto che mai. Resta da vedere se questa ambiziosa impresa sarà all’altezza delle promesse o se il deserto, ancora una volta, metterà alla prova l’ingegno umano.