Grado, rinvenute antiche palizzate romane: venivano utilizzate per comprendere le variazioni del livello del mare

Grado (instagram consorziogradoturismo) - terranauta.it
In Friuli-Venezia Giulia sono state scoperte tre palizzate di epoca romana utilizzate per registrare i cambiamenti del livello del mare.
L’Italia è ricca di sorprese e contenuti storici che possono venire scoperti grazie a scavi archeologici, indagini sul posto e studi sui libri di storia.
Di recente, nella Regione del Friuli-Venezia Giulia sono state rinvenute tre palizzate di epoca romana e altomedievale che servivano per monitorare i cambiamenti del livello del mare.
Secondo quanto riportato dal sito telefriuli.it, queste palizzate risalgono a un periodo compreso tra il I° e il VI secolo d.C. e sono state scoperte da Archeo Test Srl durante le indagini di archeologia preventiva richieste da Irisacqua e gestite dalla Soprintendenza regionale.
Questa scoperta è stata redatta sotto forma di studio, gestito con la collaborazione dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS), dell’Università di Bologna e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Inoltre, lo studio è stato pubblicato sulla rivista Scientific Reports.
La scoperta delle tre palizzate d’epoca romana
Stando a quanto si legge sul sito telefriuli.it, le tre palizzate rinvenute sono posizionate nella zona del castrum gradese e in passato venivano utilizzate sia per controllare i livelli del mare che per proteggersi contro l’erosione costiera. Grazie a una prima analisi delle palizzate è stato possibile ricostruire sia l’evoluzione dell’ambiente deposizionale della zona gradese che i cambiamenti del livello del mare lungo la costa nord-orientale del Mare Adriatico.
Lo studio del passato possibile grazie agli scavi archeologici ci fa comprendere meglio come gli usi e costumi anche di migliaia di anni fa non sono molto diversi da quelli di oggi. Così come adesso, anche secoli fa le popolazioni volevano tenere sotto controllo il livello del mare, perché avevano capito che è sempre meglio verificare che non ci siano dei forti cambiamenti o si rischia di venire sommersi.

Il passato ci insegna sul nostro futuro
Come si legge sul sito telefriuli.it, Emiliano Gordini dell’OGS ha spiegato che le aree costiere sono tra le più vulnerabili e il 30% della popolazione ci abita vicino. Inoltre, entro il 2100 il livello del mare potrebbe innalzarsi di circa 0,5 metri con possibili danni a infrastrutture e insediamenti collocati vicino al litorale.
Dario Gaddi di Archeo Test Srl ha voluto aggiungere che anche in passato il livello del mare era considerato un potenziale pericolo e per questo motivo veniva monitorato costantemente grazie all’utilizzo delle palizzate rinvenute nella zona di Grado. Fin dall’antichità, l’uomo ha sempre cercato di proteggersi dalla forza della natura e Grado ne è un esempio perfetto. Si tratta di una città che era un porto romano e un insediamento lagunare la cui storia si intreccia con due grandi città adriatiche antiche: ovvero Aquileia e Venezia.