Eruzioni vulcaniche, un recente studio svela come poterle prevenire in modo ancora più accurato

Vulcano che erutta

Eruzione vulcanica (pexels) - terranauta.it

Quando erutta un vulcano, è sempre un’emozione forte sia di fascino che di paura. Adesso uno studio ha rivelato come anticipare tale evento.

I vulcani puntellano la superficie della Terra praticamente da sempre e la loro potenza distruttiva è in grado di spazzare via intere popolazioni e città.

L’eruzione vulcanica è un fenomeno naturale tanto affascinante da osservare quanto pericoloso se non si prendono le dovute precauzioni.

Si tratta sempre di un’enorme montagna che sputa lava e magma incandescenti, quindi bello da vedere ma a debita distanza.

Inoltre, molto spesso l’eruzione vulcanica è accompagnata da una scossa di terremoto più o meno forte e, in certi casi, il sisma precede l’eruzione. Si tratta di fenomeni naturali complessi e predirne l’avvenimento è l’ideale per evitare stragi.

Previsioni per le eruzioni vulcaniche

Riuscire a prevedere quando, dove e come un vulcano erutta non è un’operazione facile, ma un recente studio ha dimostrato un metodo per poter prevenire in modo ancora più dettagliato e con largo anticipo le eruzioni vulcaniche. Poterlo fare vuol dire mettere in sicurezza tutte quelle popolazioni che vivono a ridosso di un vulcano attivo, permettendo loro di agire per tempo e di evitare tragiche conclusioni.

Secondo quanto si legge sul sito ingv.it, di recente è stata pubblicata sulla rivista Science Advances la ricerca intitolata Earthquake frequency-magnitude distribution at Mount Etna sheds light on magma ascent in the volcano’s plumbing system. Questo studio è stato curato da un gruppo di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).

Vulcano
Vulcano (pexels) – terranauta.it

La ricerca che prevede il futuro delle eruzioni vulcaniche

Questa ricerca mette in luce i metodi per poter migliorare di molto le previsioni legate alle eruzioni vulcaniche grazie all’analisi del rapporto tra la quantità di terremoti di bassa e di alta magnitudo. Adesso i vulcani attivi in zone altamente popolate vengono controllati tramite osservazioni geologiche e dati geofisici e geochimici che danno informazioni sui movimenti del magma nella zona intermedia e superficiale della crosta terrestre. Invece, le fasi di ricarica in profondità restano ancora oggi poco note. Questi dati permettono di avere informazioni sull’attività vulcanica rilegati a una finestra temporale piuttosto breve.

Stando a quanto riportato sul sito ingv.it, Marco Firetto Carlino (primo autore della ricerca) ha affermato che analizzare quanto spesso si verificano i sismi minori rispetto a quelli più forti permette di studiare meglio i movimenti del magma dalla crosta più profonda fino alla superficie. Per prevedere le eruzioni vulcaniche è necessario analizzare i gas, perché prima di essere rivelati in superficie devono percorrere diversi chilometri di crosta terrestre. Se i terremoti svelano subito il movimento del magma in profondità, l’analisi dei gas può svelare la predizione su un’eruzione vulcanica perché ci impiegano anche mesi per attraversare diversi km di crosta terrestre.