Il castello di Ortona, un mistero che va avanti da secoli | La storia della leggenda

Il castello di Ortona, un mistero che va avanti da secoli | La storia della leggenda

Castello di Ortona- wikimedia- terranauta.it

La Ritorna di Ortona, una leggenda tramandata da secoli, e che ancora oggi incute timore negli abitanti della zona e non solo.

Un tempo la leggenda narra di una giovane principessa che viveva nel Castello Aragonese di Ortona. Ella era amata e benvoluta dalla corte e dal popolo per la sua grazia e generosità. Vivendo in un ambiente prestigioso, la principessa godeva di un posto centrale nella vita del regno, circondata da affetto e ammirazione.

Un giorno giunse al porto di Ortona una nave guidata da un ricco mercante che trasportava merci esotiche da terre lontane. Il mercante fu accolto con onori alla corte reale, e tra gli oggetti che portava vi erano prodotti mai visti prima in quelle terre. Durante il suo soggiorno, il mercante conobbe la principessa e tra i due nacque un amore immediato, un sentimento che si sviluppò con passione e reciprocità.

Il re, pur intravedendo il legame sentimentale tra sua figlia e il mercante, non intendeva concedere la mano della principessa a un uomo che considerava un “lupo di mare”, estraneo ai ranghi nobiliari. Tuttavia, per non ferire la giovane né offendere il mercante, propose una prova difficile da superare: avrebbe accettato l’unione soltanto se il mercante avesse portato un dono unico e straordinario, qualcosa mai visto in quei territori.

Il tentativo andato male del mercante

Deciso a ottenere la mano della principessa, il mercante partì tempestivamente, promettendo di tornare quanto prima. Passarono giorni, settimane, mesi, ma del suo ritorno non vi furono notizie certe. Ogni giorno, la principessa si sedeva su uno scoglio davanti al porto, fissando il mare e invocando a gran voce il ritorno dell’amato. I pescatori di passaggio lo udivano piangere e udire il suo lamento: “Ritorna, ritorna…”. In seguito, quello scoglio venne soprannominato “la Ritorna”.

In risposta al dolore della fanciulla, si narra che il mare, mosso a pietà, intervenne. Una notte un’onda avvolse la donna e la condusse nei fondali, dove giaceva il corpo senza vita del mercante. Al sorgere del giorno, dal mare emersero bauli contenenti frutti sconosciuti, verdi e rotondi, che vennero chiamati “cervelli di scimmia” o “Arance degli Osagi”.

Castello di Ortona- fonte wikimedia- terranauta.it

Una leggenda che va avanti ancora oggi

Si diceva che chi ne avesse mangiato avrebbe potuto realizzare imprese straordinarie. Quel dono divenne la prova straordinaria che il mercante avrebbe potuto offrire al re.

Del destino della principessa, dopo quel fatto misterioso, non si ebbero più notizie certe. Tuttavia, secondo la leggenda, nelle notti in cui si scatena la burrasca, i pescatori affermano di percepire lamenti e pianti di una giovane donna nei pressi del Castello di Ortona, come se l’anima della principessa fosse ancora legata a quel luogo e al mare che l’avvolse.