Dobbiamo prepararci al peggio: ITALIA IN STATO D’ALLERTA | Presto saremo attaccati

soldati italia - terranauta
Dobbiamo prepararci al peggio: emergenza globale, e Italia a rischio. Stato d’Allerta: provvedimenti urgenti e estremi, presto saremo attaccati. Esercito, leva, programmi di intelligence e di sicurezza: nel nostro Paese è corsa alla prevenzione bellica.
La situazione internazionale continua a farsi sempre più tesa a causa della guerra in Ucraina, che non accenna a concludersi e che anzi, giorno dopo giorno, assume connotati sempre più complessi e drammatici.
Il conflitto, giunto ormai a una fase di logoramento, ha avuto come conseguenza immediata la crescente instabilità dell’Europa, costretta a prendere decisioni forti e difficili.
Tra queste, il tema del riarmo e quello del possibile ritorno alla leva militare sono tornati al centro del dibattito politico e sociale da diverso tempo.
Diversi Paesi europei, infatti, hanno già avviato programmi di potenziamento delle proprie forze armate, incrementando i bilanci destinati alla difesa e puntando a rafforzare gli arsenali.
Italia, torna la Leva ed è tempo di riarmo
Non si tratta più di un’ipotesi lontana o puramente strategica, ma di una necessità percepita alla luce delle minacce sempre più concrete provenienti dall’Est. La possibilità che l’Europa possa trovarsi direttamente coinvolta in scenari di conflitto rende infatti urgente un ripensamento radicale della propria politica di sicurezza.
In Italia il dibattito è acceso e complesso. Da un lato, c’è chi ritiene inevitabile prepararsi a un’eventuale escalation, anche attraverso il ritorno a forme di leva obbligatoria per i giovani. Questa ipotesi suscita però forti perplessità, sia per i costi che comporterebbe sia per le implicazioni sociali e culturali. In un Paese in cui la leva militare è stata abolita da tempo, l’idea di richiamare intere generazioni a un servizio obbligatorio incontra inevitabilmente resistenze e timori.

Cosa succede nel nostro Paese
Il Governo italiano si trova così a dover bilanciare la necessità di garantire sicurezza e difesa con quella di non alimentare tensioni interne. Intanto, l’opinione pubblica appare divisa: una parte si dice favorevole a un rafforzamento delle misure difensive, un’altra teme che un ritorno alla leva rappresenti un passo indietro nella società civile.
Quel che è certo è che, di fronte all’incertezza globale, il tema non potrà essere accantonato: l’Italia, come il resto d’Europa, dovrà presto decidere come affrontare un futuro che appare sempre più incerto e segnato dal rischio del conflitto. E come chiarito da Il Sole 24 Ore, Palazzo Chigi, il ministero della Difesa e il ministero della Salute starebbero pensando a un decreto per attuare un “Tavolo permanente in materia di resilienza di soggetti critici”.