Invasione meduse, bagnanti in pericolo e pesca in crisi | Diminuzione del 30%

Meduse

Meduse (pexels) - terranauta.it

La presenza delle meduse in mare non solo mette in pericolo i bagnanti ma anche l’attività di pesca che scema drasticamente.

Ogni estate è sempre la stessa storia: enormi gruppi di meduse invadono i nostri mari impedendo ai bagnati di tuffarsi in acqua per rinfrescarsi dal caldo afoso.

In realtà, la situazione dovrebbe essere analizzata soprattutto dal punto di vista delle meduse perché sarebbero gli esseri umani ad invadere il loro habitat naturale ogni anno.

Tuttavia, a differenza delle scorse stagioni, questa estate 2025 ha sì visto qualche esemplare di medusa rovinare le vacanze estive di qualcuno ma in modo minore rispetto a qualche anno fa.

Infatti quest’anno la maggior parte delle meduse sono rimaste a largo andando a danneggiare un altro aspetto fondamentale del genere umano.

Pesca ridotta

Le meduse hanno deciso, ovviamente sempre in modo involontario, di colpire l’uomo non direttamente ma indirettamente. Nel dettaglio, piuttosto che spostarsi a riva le meduse sono rimaste a largo impedendo ai pescatori di svolgere il loro lavoro. Secondo quanto riportato dal sito corrieredibologna.corriere.it, le coste da Ravenna a Cesenatico e da Rimini a Pesaro fino ad Ancona sono costellate da una miriade di meduse.

Il presidente della Cooperativa Lavoratori del Mare di Rimini Mauro Zangoli ha dichiarato che queste specie animali hanno invaso i mari tra Rimini e Civitanova Marche. L’invasione è successo soprattutto in primavera e all’inizio dell’estate ma ancora adesso se ne pagano le conseguenze. La pesca è diminuita del 30% perché le meduse entrano nelle reti creando dei tappi e impedendo ai pesci di venire catturati.

Meduse
Invasione di meduse (pexels) – terranauta.it

Danni costosi

Nei mesi precedenti il pescato è stato drasticamente ridotto e ora i pescatori hanno le mani legate perché non possono agire senza intaccare la fauna marina. Infatti c’è il fermo pesca per permettere al mare di ripopolarsi e riequilibrarsi prima di un’altra ondata di pesca. Il problema principale sono i costi, perché le meduse fanno letteralmente scoppiare reti dal valore di 7.000€. Inoltre, i pescatori devono prendersi cura delle loro imbarcazioni e pagare anche il gasolio per farle partire.

Adesso il carburante costa 80 centesimi al litro, mentre quattro anni fa era a 50 centesimi. Il presidente Zangoli informa che per una giornata interna di pesca una barca piccola richiede 2.000 euro, mentre una grossa anche 3.000. La pesca riprenderà tra settembre e ottobre, quindi la quantità di pesce verrà ristabilizzata. Tuttavia, a pesare sulle spalle dei pescatori sono le spese per praticare tale attività (tra i costi delle attrezzature e del gasolio).