Temperature elevate del mare, la proliferazione di alghe minaccia la biodiversità | Centinaia di pesci morti

Alghe marine (pexels) - terranauta.it
Più le acque del mare sono calde e più le alghe fioriscono copiose. Questo, però, può provocare il soffocamento della fauna marina.
L’estate che stiamo vivendo ha aumentato l’instabilità della già precaria salute del nostro pianeta e questo a causa delle temperature sempre più elevate.
Il surriscaldamento ha modificato l’habitat delle specie marine e queste ne subiscono le dure conseguenze, come morire a causa di una crescita esponenziale di un tipo di alghe.
Secondo quanto si legge su greenreport.it, il Mar Mediterraneo ha attirato l’attenzione degli scienziati per via dei suoi veloci cambiamenti in questo ultimo periodo.
Tali cambiamenti sono così repentini da allarmare la popolazione e da incuriosire gli esperti per studiarne le cause e le possibili conseguenze.
Troppe alghe che soffocano i pesci
Il nostro mare non è nel pieno delle sue forze e la sua situazione sta peggiorando giorno dopo giorno, ma non è l’unico. Infatti, spostandoci dall’altra parte del mondo, anche le acque dell’Australia non se la stanno passando bene. Nel dettaglio, la regione biogeografica dell’Australia sud-occidentale è molto simile alla zone mediterranea e come lei, anche qui la situazione è piuttosto critica.
Da circa quattro mesi, i ricercatori hanno notato una fioritura algale anomala che sta portando scompiglio e distruzione nella fauna marina locale. Stando a quanto riportato dal sito greenreport.it, la specie di alga interessata è un dinoflagellato (Karenia mikimotoi): un’alga microscopica che non si può vedere ad occhio nudo. Malgrado le sue dimensioni ridotte, quest’alga è molto pericolosa e sta uccidendo molte specie di pesci, crostacei, molluschi e cefalopodi (vale a dire polpi e seppie).

Pericolo nostrano
Se le alghe fioriscono in maniera eccessiva, i pesci possono morire a causa dell’effetto tossico dei veleni o per asfissia. Quest’ultima causa è dovuta alla riduzione di ossigeno che viene consumato dalle microalghe per crescere, togliendolo ai pesci e lasciandoli morire soffocati. In condizioni normali, le microalghe fotosintetiche aiutano la salute degli ecosistemi marini e sono la base della catena alimentare fissando il carbonio e producendo ossigeno. Tuttavia, in condizioni anomale queste alghe formano proliferazioni cellulari ad alta biomassa che possono essere anche tossiche.
Queste microalghe possono danneggiare sia la flora che la fauna e anche gli esseri umani attraverso l’esposizione diretta alle tossine presenti in acqua o con il consumo dei frutti di mare che le ingeriscono. Il Mar Mediterraneo è un bacino oligotrofico, ovvero povero di nutrienti, quindi particolarmente sensibile all’arrivo inatteso di una grande quantità di cibo per questi microrganismi che, di conseguenza, proliferano. Il problema australiano potrebbe diventare anche un nostro problema, quindi il monitoraggio della situazione è di fondamentale importanza.