Onde radio misteriose, l’universo ci parla e svela la “materia mancante”: captati segnali lontanissimi I L’astrofisica ha la risposta, c’è comunicazione tra i pianeti

Spazio - pexels- terranauta
Onde radio misteriose, l’universo ci parla e svela la “materia mancante”: l’astrofisica ha finalmente la risposta, ecco che, tra i pianeti, appare l’energia oscura. Negli ultimi anni, è stato uno dei misteri più affascinanti dell’astrofisica.
Il problema della materia mancante dell’universo ha continuato a suscitare dubbi, misteri e paura. Di che cosa si tratta? Lo spieghiamo.
Secondo i modelli cosmologici standard, la materia visibile – cioè quella che possiamo osservare direttamente, come stelle, pianeti e galassie – rappresenta solo una minima parte di ciò che realmente compone l’universo.
Il resto è costituito da materia oscura, energia oscura e, sorprendentemente, una porzione di materia ordinaria “mancante”, che finora sfuggiva alle osservazioni.
Una scoperta recente ha però aperto una nuova prospettiva: grazie alle onde radio, gli scienziati sono riusciti a rilevare parte di questa materia nascosta, distribuita tra le galassie.
L’universo ci parla: la clamorosa scoperta cosmologica
Le osservazioni sono state condotte utilizzando radiotelescopi potentissimi, capaci di captare segnali provenienti da regioni lontanissime dell’universo. I risultati sembrano confermare l’esistenza di un sottile “filamento cosmico” che collega le galassie e che contiene questa materia sfuggente.
Questa materia, pur essendo “ordinaria” – cioè composta da protoni, neutroni ed elettroni, come tutto ciò che conosciamo – si trova in uno stato talmente rarefatto da risultare invisibile agli strumenti ottici. Le onde radio, però, possono rivelare le sue tracce, perché interagiscono con gli elettroni liberi dispersi in questo mezzo intergalattico. È come osservare il fumo in controluce: invisibile a occhio nudo, ma rivelato da un raggio di luce.

Cosa hanno scoperto i ricercatori
I ricercatori sono riusciti a rilevare queste tracce grazie allo studio delle raffiche radio veloci (FRB – Fast Radio Bursts), impulsi brevissimi ma intensissimi che attraversano miliardi di anni luce prima di arrivare a noi. Analizzando come queste onde vengono “frenate” lungo il cammino, si può calcolare quanta materia hanno attraversato. È un po’ come calcolare quanto fumo c’è in una stanza, in base a quanto una torcia si attenua guardando attraverso la nebbia.
Lo studio delle FRB ha quindi permesso agli scienziati di “pesare” il materiale intergalattico, confermando che una parte consistente della materia ordinaria dell’universo si trova proprio lì, dispersa tra le galassie in una sorta di rete cosmica invisibile. Questo rappresenta un grande passo avanti nella comprensione dell’universo, perché per la prima volta si riesce a “vedere” quella materia ordinaria che fino a oggi era considerata perduta. Questa scoperta non solo conferma le previsioni dei modelli cosmologici, ma rafforza anche l’idea che il nostro universo sia connesso da una struttura filamentosa su scala enorme, un’immensa ragnatela cosmica fatta di gas ionizzato. In essa scorre la materia da cui si formano stelle e galassie, un po’ come linfa vitale che alimenta l’evoluzione dell’universo.