Un nuovo batterio invade la terra: sarà peggio del COVID | Causa infezioni gravissime

Spazio - pexels- terranauta

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Un nuovo batterio invade la terra: pazzesco, ma la paura dilaga subito. E c’è chi sostiene che sarà peggio del Covid. Rischi tutto. Causa infezioni gravissime: e la scoperta è sorprendente e, letteralmente, spaziale.

Chiariamo subito: la scienza è dietro questa scoperta da un po’: si tratta di una storia che già qualche mese fa aveva fatto discutere.

Il pericolo è imminente e enorme: pare che possa causare le infezioni però possa essere stato un altro batterio simile a quello scoperto. Di che si tratta?

La ricerca scientifica nello spazio riserva continuamente sorprese, ma la scoperta recentemente annunciata dalla comunità scientifica cinese ha catturato l’attenzione mondiale.

A bordo della stazione spaziale Tiangong sarebbe stato individuato un nuovo tipo di batterio, mai osservato prima. Si tratta del primo microrganismo di questo genere rilevato in orbita.

Dallo Spazio, fino a noi: paura per il batterio spaziale

Un evento che apre scenari affascinanti ma anche interrogativi complessi. Il batterio in questione è stato isolato durante un’operazione di routine di monitoraggio ambientale all’interno dei moduli pressurizzati della Tiangong. Gli astronauti, come avviene anche sulla ISS (Stazione Spaziale Internazionale), effettuano periodicamente prelievi per verificare la presenza di agenti microbici. La differenza, in questo caso, è che il microrganismo non corrisponde a nessuna delle specie già note e catalogate sulla Terra.

Gli studiosi parlano di un batterio che potrebbe essersi adattato in modo unico alle condizioni estreme dell’ambiente spaziale: microgravità, radiazioni elevate e isolamento quasi totale. Non è ancora chiaro se il microrganismo derivi da una mutazione di un batterio terrestre portato involontariamente a bordo dagli astronauti, oppure se si tratti di una forma realmente “nuova”, sviluppatasi in orbita.

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Cosa può succedere adesso

Le implicazioni della scoperta sono molteplici. Da un lato, essa apre nuove prospettive nella biologia spaziale: capire come un organismo così semplice possa sopravvivere e persino adattarsi in condizioni così proibitive fornisce informazioni preziose sulla possibilità della vita oltre la Terra. Dall’altro, la presenza di un batterio sconosciuto solleva dubbi e preoccupazioni riguardo alla sicurezza degli astronauti e all’integrità delle strutture spaziali. Alcuni batteri, infatti, possono danneggiare materiali metallici e plastici, o risultare patogeni per l’uomo.

Gli scienziati cinesi, in collaborazione con altre agenzie di ricerca, hanno già avviato un programma di sequenziamento del DNA per determinare le caratteristiche del microrganismo. I risultati preliminari suggeriscono che possieda tratti genetici inediti, mai riscontrati prima. Ciò potrebbe persino aprire la strada a future applicazioni biotecnologiche, dall’industria farmaceutica a quella dei materiali. La scoperta richiama inevitabilmente il dibattito su un tema affascinante: se la vita può nascere o adattarsi nello spazio, quanto è probabile che esistano forme di vita anche su altri pianeti o lune del sistema solare? Il “batterio spaziale” della Tiangong non rappresenta la prova dell’esistenza di vita extraterrestre, ma è un indizio concreto delle potenzialità dell’evoluzione in ambienti estremi.