L’ultima scoperta cambia la storia dell’umanità: non deriviamo dalle scimmie | Anche a scuola ci hanno mentito

scimmia - pexels - terranauta
L’ultima scoperta cambia la storia dell’umanità: quello che abbiamo sempre creduto, non è affatto vero. No, noi non deriviamo dalle scimmie. Anche a scuola ci hanno mentito: la verità è del tutto un’altra. E in fondo, basta rifletterci su.
Quando si parla di evoluzione, uno degli equivoci più diffusi riguarda l’idea che l’uomo discenda direttamente dalle scimmie. Vero o no?
Questa affermazione, spesso riportata in modo semplicistico, non è corretta e rischia di distorcere il senso delle teorie evolutive.
La realtà è più complessa e affascinante: l’uomo e le scimmie condividono un antenato comune, ma hanno seguito percorsi evolutivi differenti.
Charles Darwin, con la sua teoria dell’evoluzione per selezione naturale, non ha mai detto che l’uomo sia “figlio” delle scimmie odierne.
Ecco la verità sulla nostra evoluzione
Piuttosto, ha sottolineato come tutti gli esseri viventi si modifichino nel tempo per adattarsi all’ambiente, e come specie diverse possano derivare da antenati comuni. In questo caso, uomini, scimpanzé, gorilla e oranghi appartengono alla grande famiglia dei primati e hanno avuto un progenitore che visse milioni di anni fa in Africa.
Gli studi genetici moderni confermano questa parentela: il DNA umano è simile al 98-99% a quello degli scimpanzé. Tuttavia, questa vicinanza non significa discendenza diretta. È più corretto immaginare un albero genealogico: uomini e scimmie non sono l’uno il ramo dell’altro, ma due rami distinti che si staccano da un tronco comune.

Non deriviamo dalla scimmie, ecco la verità
Questo chiarimento è importante non solo a livello scientifico, ma anche culturale. Ridurre l’evoluzione a uno slogan come “discendiamo dalle scimmie” alimenta fraintendimenti e può essere strumentalizzato in dibattiti che poco hanno a che fare con la biologia. Al contrario, comprendere che l’evoluzione è un processo lungo, fatto di biforcazioni, estinzioni e adattamenti, ci permette di apprezzare meglio la complessità della vita.
L’uomo, in particolare, ha sviluppato caratteristiche uniche: la stazione eretta, l’uso raffinato delle mani, il linguaggio articolato e la capacità di pensiero simbolico. Tutti elementi che lo distinguono dalle altre specie, pur mantenendo con esse un legame profondo.
In definitiva, non discendiamo dalle scimmie che conosciamo oggi: siamo piuttosto “cugini evolutivi”, frutto di una storia comune che risale a milioni di anni fa. Comprendere questa differenza ci aiuta non solo a rispettare la scienza, ma anche a guardare con maggiore rispetto le altre forme di vita che condividono con noi il pianeta. Dunque è questo. Gli esseri umani si sono evoluti della scimmie attuali. Ma questa definizione è sbagliata, anche se non è una contraddizione in termini. La verità è che umani e scimmie moderne hanno un antenato comune, ma non deriviamo da gorilla o scimpanzé, o non direttamente, almeno.