“Onde intrappolate fanno tremare la Terra”: allarme per il pianeta, una scoperta cambia la geofisica e spaventa gli scienziati

Terra dallo spazio - pexels - terranauta

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Nel corso del 2025, un team internazionale di geofisici ha documentato un fenomeno sismico mai osservato in questi termini prima: onde sismiche “intrappolate” nella crosta terrestre, capaci di propagarsi per migliaia di chilometri e amplificare la forza di alcuni terremoti.

La scoperta, avvenuta grazie a una rete globale di sensori sismici ad altissima sensibilità, potrebbe rivoluzionare la nostra comprensione dei terremoti e dei movimenti tettonici.

Tutto è iniziato con un’anomalia registrata nel mese di marzo 2025, durante un terremoto di magnitudo 6.4 avvenuto nel Pacifico meridionale.

I sismografi di diversi paesi hanno rilevato un’onda di superficie che si è propagata più a lungo del previsto e con un’intensità che aumentava invece di dissiparsi con la distanza.

Analizzando i dati, i ricercatori del Centro Sismologico Europeo hanno capito che non si trattava delle solite onde di tipo P (primarie) o S (secondarie), né delle onde superficiali Rayleigh o Love.

Che cosa sta succedendo

Era qualcosa di nuovo: onde sismiche che si muovevano lateralmente, “intrappolate” in strati specifici della litosfera, riflettendosi tra strati rocciosi e amplificando la loro energia. Queste onde, dette anche “modalità di guida della crosta”, viaggiano attraverso strati geologici con caratteristiche particolari, come densità o composizione simile, che agiscono da “guide d’onda” naturali. In sostanza, le onde non sfuggono verso l’esterno o verso il basso, ma rimbalzano avanti e indietro all’interno dello stesso strato, mantenendo — e in certi casi aumentando — la loro energia.

Il fenomeno può durare minuti o anche più, e secondo i ricercatori può spiegare perché alcuni terremoti vengono avvertiti in zone lontanissime dall’epicentro, e perché a volte i danni risultano maggiori di quanto previsto in base alla magnitudo.

terra cartina spazio - pexels - terranauta
terra cartina spazio – pexels – terranauta

Cosa dice la scienza

Uno degli aspetti più preoccupanti riguarda l’interazione di queste onde intrappolate con ambienti urbani costruiti su sedimenti morbidi, come le grandi città costiere. Gli scienziati hanno rilevato che queste onde possono sincronizzarsi con le frequenze naturali del terreno e delle costruzioni, amplificando le vibrazioni e provocando effetti devastanti anche in aree lontane dall’origine del sisma. Città come Tokyo, San Francisco, Napoli e Istanbul sono state oggetto di simulazioni al computer che hanno mostrato come un evento simile potrebbe aumentare il rischio sismico in maniera significativa.

Il riconoscimento e lo studio delle onde intrappolate può avere implicazioni fondamentali per la sismologia preventiva. I modelli attuali usati per prevedere l’intensità di un terremoto in un’area spesso non tengono conto di queste onde guidate, e ciò può causare sottostime del rischio in zone a centinaia di chilometri dall’epicentro. Gli scienziati stanno lavorando per integrare questo nuovo parametro nei modelli di pericolosità sismica, con l’obiettivo di migliorare le norme antisismiche e i piani di emergenza per le aree urbane. La scoperta delle onde sismiche intrappolate è un promemoria potente: la Terra è viva, e i suoi messaggi sono spesso più complessi di quanto pensiamo. Capirli meglio, oggi, significa costruire un futuro più sicuro, in cui il rischio sismico non è solo una possibilità, ma un evento per cui ci si può davvero preparare.