Mille abitanti e un castello: in Abruzzo c’è il paese dei… Corvi | Se li vedi fai prima a scappare

castello sposa - pexels- terranauta

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Mille abitanti e un castello: in Abruzzo c’è il paese dei Corvi. E fin qui non ci sarebbe nulla di sconvolgente. Ma è cosa rappresentano che inquieta. Se li vedi fai prima a scappare: potresti essere in pericolo.

O se non tu, la tua integrità. L’unità del tuo matrimonio: la purezza della tua tua sposa. Un destino macabro, un passato inquietante. Ecco cosa si cela.

Questo posto sarebbe stato, come narrano le leggende, il teatro di una delle peggiori scelleratezze che si possano immaginare da compiere.

Una leggenda, tutta italiana, che affonda le radici in una sorta di abitudine che, diciamolo, perfino alcuni reperti storici confermano in taluni contesti.

Come sappiamo il matrimonio è il fondamento delle famiglie, e prevede, di prassi, l’unione tra marito e moglie nel nome di un amore puro da cui far proliferare figli e figlie. E allora?

La leggenda dell’Abruzzo: mille abitanti terrorizzati dai corvi

E allora, spesso, le leggende affondano la loro ‘natura’ in stralci di crudeltà che è davvero stata generata, nel tempo. Magari non lì, magari altrove: ma come si suol dire ‘c’è sempre un fondo di verità’ in ogni leggenda. Vero? Falso? E in questo caso? E cosa c’entrano i matrimoni e i corvi? Per capirlo appunto, dobbiamo andare in Abruzzo. Ed ecco il motivo.

In questa straordinaria e bellissima regione esistono scorci e paesaggi da meraviglia, e tra questi vi è anche il fantastico paese di Roccascalegna. Secondo Wikipedia oggi questo paese conta circa mille cittadini, precisamente pare siano 1009 abitanti. E allora? Tra di loro sarebbe ben nota la leggenda dei corvi o, per meglio dire, del Barone ‘dei corvi‘ e della sua predilezione per le giovani spose.

sposa fiori - pexels- terranauta
sposa fiori – pexels- terranauta

La leggenda della prima notte: e dei corvi

Roccascalegna, castello dell’Abruzzo, era guidata – si narra – dal barone Corvo de Corvis. Crudele e sadico, pare che impose la Jus primae Noctis: come molti sapranno, si tratta della legge che impone alle spose di trascorrere la prima notte non col marito, ma appunto col titolare del diritto di potestà, in questo caso, dunque, il barone.

Con tanto di campane intonate a festa, e le lacrime delle donne coinvolte a risuonare appena sotto, andavano in scena dunque sacrilegi che rovinavano la purezza dei matrimoni prima ancora di iniziare. I mariti erano costretti a sottomettersi: fin quando uno di loro, coraggioso, decise di ribellarsi e si travesti da donna e colpì a morte il barone, ponendo fine allo strazio. Da allora si racconta che nelle notti molto gelide e dolenti, i corvi si attestino sulle cime del castello, terrorizzando i mille abitanti, e le spose in particolare. Che si tratti del barone, tornato in altra forma? Le leggende, si sa, si reiterano, e spesso la suggestione è l’humus da cui proliferano.