Giappone, via libera dal parlamento a elezione del nuovo premier il 21 ottobre

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Giappone, ok dal parlamento a elezione del nuovo premier il 21 ottobre. Il comitato di programmazione della Camera bassa del Parlamento giapponese ha dato il via libera all’organizzazione del voto parlamentare per nominare il prossimo primo ministro il 21 ottobre.
La data era stata indicata dal Partito liberaldemocratico (Pld) sostenuto dalla nuova leader Sanae Takaichi. Contrari i partiti di opposizione.
I quali, al momento, sono o sarebbero ancora impegnati a tentare di negoziare un accordo per una candidatura comune.
il Pld, dopo la conclusione improvvisa, almeno per alcuni, dell’alleanza con il partito Komeito, ha dunque fatto partire, nel contempo, i contatti con il Partito dell’innovazione del Giappone.
Un corpo di orientamento conservatore: lo scopo era quello di arrivare a una maggioranza e formare una nuova coalizione che potrebbe consentire a a Takaichi di essere la prima donna a ricoprire la carica di primo ministro del Paese.
Una possibile svolta epocale per il Giappone
In Giappone si respira dunque, in qualche modo, aria di svolta storica. Sanae Takaichi, figura chiave del Partito Liberal Democratico (LDP), potrebbe diventare la prima donna nella storia del Paese a ricoprire la carica di primo ministro. Una prospettiva che, fino a pochi anni fa, sarebbe apparsa impensabile in una nazione ancora fortemente radicata in una tradizione politica dominata dagli uomini.
Takaichi, nota già come ministra per la Politica Economica e Tecnologica, è famosa per la sua determinazione, il rigore e la visione conservatrice in materia di politica interna e sicurezza nazionale. Nonostante le sue posizioni talvolta divisive, è riuscita a costruire un consenso crescente, soprattutto tra coloro che chiedono stabilità e continuità in un momento delicato per il Giappone, alle prese con sfide economiche e geopolitiche cruciali.

Il Giappone pronto a cambio di ‘passo’
L’eventualità che una donna possa finalmente guidare il governo rappresenta un passaggio simbolico potentissimo. Il Giappone, infatti, è spesso criticato per la scarsa rappresentanza femminile nei ruoli di potere: solo una minima percentuale del Parlamento è composta da donne, e nelle grandi aziende la presenza femminile ai vertici resta ancora molto limitata.
La candidatura di Takaichi, dunque, va oltre la semplice competizione politica. È un segnale di cambiamento, un possibile punto di svolta culturale. Se dovesse riuscire nell’impresa, aprirebbe una pagina inedita nella storia moderna del Giappone, mostrando che anche in un Paese dalla tradizione così rigida il progresso verso la parità di genere è possibile.