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DIRITTI DEGLI ANIMALI NELLA VISIONE DELLA DEA
Le notizie di questi giorni ci riportano l'insensata morte di animali per il "divertimento" umano. Ma non è sempre stato così...

Giancarlo Tarozzi

La violenza che ha caratterizzato l'ultimo Palio di Ferrara, che ha reso necessario l'abbattimento di alcuni cavalli partecipanti a causa delle ferite riportate, ripropone un dibattito estremamente antico e ricorrente sul diritto degli animali di non essere considerati come puro oggetto di divertimento.

Qualche settimana fa, proprio in Spagna, terra dove è ancora diffusa una pratica barbara e violenta come quella delle corride, è stata approvata una legge che riconosce una serie di diritti alle scimmie più vicine agli esseri umani. Nel 2002, in Germania, nella costituzione è stata aggiunta una clausola che impone di rispettare la dignità degli animali oltre che quella degli esseri umani. Negli anni 90, la Svizzera ha riconosciuto agli animali la dignità di esseri e non più di cose.

Nelle culture matriarcali, del resto, si parla da millenni di Madre Terra come di un organismo unico, espressione della Dea, di cui tutti gli esseri viventi che abitano il pianeta fanno parte, in una gigantesca ed intricata rete di sostegno reciproco tra le forme vitali.

Questa visione, permeata di saggezza ed armonia, invita a rendersi conto, in ogni momento della propria esistenza, dell'infinita rete di interazioni che avvengono con tutto ciò che ci circonda. Anche solo respirando interagisco, scambiando ossigeno ed anidride carbonica con le piante; con i miei escrementi nutro le piante stesse, che a loro volta producono frutta ed altre sostanze nutritive preziosa per me.

La cultura andina estende questo concetto a livello energetico ed insegna che è possibile scaricare le proprie emozioni negative a Pachamama, al pianeta, che se ne nutre nello stesso modo in cui gli escrementi fungono da concime.

Ma... questa visione è da sempre contrastata con forza dalle culture e dalle religioni patriarcali che preferiscono invece considerare l'essere umano qualcosa di completamente distaccato dall'armonia generale, di considerare l'ambiente, la natura, tutto ciò che esiste come semplici oggetti da utilizzare per il proprio sostegno, e, talvolta, per il divertimento; non a caso, le gerarchie di alcune religioni si sono scagliate contro decisioni come quella del governo spagnolo, dimenticando il messaggio di amore ed armonia di un certo San Francesco..

Non si tratta di una distinzione secondaria, ma di un punto fondamentale che ha molte conseguenze nella visione della realtà. Molte religioni patriarcali hanno bisogno in estrarre gli esseri umani dall'interazione con l'ambiente, per poter poi, per esempio, definire "contro natura" comportamenti sessuali scelti e adottati liberamente dalla maggior parte dei mammiferi.

Ed ecco che molte profezie, molti insegnamenti delle culture tradizionali (ho già avuto occasione in passato, per esempio, di citare la profezia Hopi) ci dicono che siamo giunti ad un punto di svolta, come razza umana: recuperare il nostro ruolo come parte di un tutto più vasto, rendendoci conto che ogni danno provocato all'ambiente e dagli altri esseri viventi è un danno prodotto, in ultima analisi, a noi stessi, oppure lasciare che sia Madre Terra, ad un certo punto, a decidere di liberarsi di un proprio componente cancerogeno.

Se osserviamo cosa avviene in questi ultimi anni, gli sconvolgimenti climatici, la continua comparsa di nuove malattie ed altri elementi sembrano ricordarci continuamente che il solo momento per agire e cambiare qualcosa è quello presente.

Non dimenticherò mai le la frase di uno sciamano che definì egocentrica una certa visione ecologica che porta a chiedersi "cosa posso fare per l'ambiente"; la domanda corretta, secondo la visione sciamanica, sarebbe chiedersi "cosa mi conviene e ci conviene fare come razza per smettere di danneggiare l'ambiente prima che sia l'ambiente a decidere di liberarsi di noi".

Rendersi conto di essere intimamente connessi in un regime di fratellanza con tutti gli esseri viventi, nello stesso modo in cui le cellule del mio corpo esistono e vivono perché io vivo ed il loro benessere coincide con il mio: la stessa cosa può valere per i singoli esseri viventi rispetto alla somma di tutto ciò che vive sul pianeta stesso.

Ecco che allora lo stesso concetto di fratellanza, di avventura, di cuore, è sempre meno intriso di aspetti emozionali e moralistici e prende sempre più quella che è la sua vera dimensione: amare, lavorare per l'armonia è l'unica scelta possibile; appena si dissolve l'egocentrismo si scopre che non c'è alternativa alla rendersi conto di essere parte di un tutto.


Giancarlo Tarozzi, tra le altre cose, è fondatore dell'Associazione Pachamama. Per informazioni consultare il sito web.tiscali.it/pachamama, scrivere a pachamama@inwind.it o telefonare al 069032785 o al 3387255800.


(02/06/2006) - SCRIVI ALL'AUTORE


Non aver paura di crescere è benessere

  
  
 
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