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CHI E' STATO FRANK NATALE? INTERVISTA
Un grande uomo, conosciuto più negli Stati Uniti che in Italia, che ha fondato una delle tecniche attraverso cui, dopo la guerra del Vietnam, molti uomini poterono tornare a una vita normale. Parte 1.

Giancarlo Tarozzi

Nato a New York nel 1941, Frank Natale è stato il principale ideatore e creatore della One Experience©, così come di molte altre tecniche di crescita e realizzazione individuale, autore di varie opere musicali utili per il lavoro sciamanico, per il riallineamento degli emisferi del cervello, e per altri tipi di lavori di crescita esperienziale.

Ha lasciato il corpo il 21 giugno del 2002, nel giorno del suo sessantunesimo compleanno, ma la sua opera continua nel lavoro di tutti coloro che hanno avuto l'opportunità e la fortuna di lavorare al suo fianco.

L'incontro con Frank Natale è stato per me fondamentale nel mio percorso di crescita professionale, ma soprattutto personale.
In particolare, i giorni passati con lui nella "Wizard House", la casa del mago, come aveva battezzato la sede del suo istituto ad Amsterdam, nella quale portavo avanti il mio training per condurre la One Experience©, mentre da un'altra stanza provenivano le note della nuova opera musicale che stava creando; le serate passate nella sua stanza a "comunicare" profondamente, come di rado mi è successo se non dopo lunghi anni di relazione; i periodi di lavoro sciamanico condivisi nella sua residenza di Ibiza, il suo modo di aiutarmi a superare certe trappole del mio egocentrismo e del mio attaccamento senza farlo assolutamente notare; il modo diretto e immediato, di cuore, in cui dopo un periodo di distacco nato da incomprensioni legate ad aspetti pratici della nostra relazione ci siamo ritrovati in un istante, senza bisogno di lunghe ed estenuanti “psychobubble” (come l'avrebbe chiamate lui), fanno sì che lo ricordi senza dubbio come una delle persone più importanti che io abbia incontrato nella mia vita.

Al di là della mia esperienza personale, è impossibile parlare della One Experience© prescindendo dalla vita e dalle opere del suo principale creatore.
Nello sviluppo e nella codifica delle tecniche, delle strutture e dei rituali che ha poi inserito nella One Experience©, Frank Natale ha lavorato direttamente con psicoterapeuti e ricercatori d'avanguardia da una parte e con maestri e sciamani dall'altra.

È stato al fianco di Abraham Maslow, fondatore dello Psicodramma, ha lavorato nella comunità californiana di Esalen con Fritz Perls, padre della psicoterapia della Gestalt, ed è stato uno dei primi terapisti di Encounter, sotto la guida diretta di Charles Dederick, ideatore del movimento di Encounter.

Come cofondatore e direttore clinico per 12 anni della Phoenix House, la prima comunità per il recupero di reduci del Vietnam e tossicodipendenti a New York, ha iniziato un percorso che l'ha portato ad essere conosciuto in tutto il mondo.

La One Experience© non esisterebbe se non fosse esistito Frank Natale; per questo motivo, non avrebbe avuto senso un libro dedicato a questo argomento che non lasciasse la parola a chi l'ha creata; ecco perché ho deciso di riportare una delle rare interviste che Frank ha concesso su questo argomento.

1. Per prima cosa una domanda un po’ provocatoria: come possono nove giorni cambiare la mia vita? Non è un po’ troppo promettere questo?

"Prima di tutto non prometto questo. In effetti, apro la One Experience© comunicando chiaramente alle persone che non riceveranno nulla dal training, che se ne andranno portando con sé solo ciò che rifiutano di lasciare andare e a cui sono attaccati.

Questo accade perché il training intensivo della One Experience© è un’opportunità per lasciare andare vecchi punti di vista, opinioni, credenze, conclusioni che non supportano quello che sei adesso, quello che vuoi essere nel tuo futuro e così il cambiamento è totale, nel senso che in realtà cambiare è facile, è solo questione di lasciare andare ciò che uno ha già imparato, piuttosto che imparare un nuovo processo di apprendimento, e così i nove giorni sono più che sufficienti.

Nei primi tre giorni, ogni partecipante ha l’opportunità di esaminare nei dettagli la sua vita, e dedica poi i tre giorni successivi a liberare e lasciare andare. Poi rimettiamo tutto insieme negli ultimi tre giorni, nel corso dei quali è prevista anche una fase di celebrazione; in questo modo, l'intero processo può avvenire in nove giorni.

Tra l’altro, in realtà, non si tratta solo di nove giorni. I partecipanti lavorano con il nastro dei ricordi per una settimana, prima di venire al training, e così il processo lavora dentro di loro per una settimana e comincia a portare alla superficie tutte le credenze inconsce e i punti di vista; cominciano poi a lavorare con me nella stanza , per altri tre o quattro giorni sugli stessi argomenti. Dedichiamo poi tre giorni solo a lasciare andare, a liberare e riprogrammare e raccogliere le informazioni da un nuovo punto di vista.

E così sì, è possibile, ed è perché sembra soltanto che stiano imparando delle cose. Quello che noi facciamo in realtà non è insegnare realmente delle nuove cose, ma piuttosto sostituiamo i vecchi punti di vista con uno nuovo, molto più semplice.

I partecipanti sono già consapevoli del nuovo punto di vista, ma finora non hanno avuto l’opportunità o il coraggio di spostare fino in fondo la loro attenzione sul tempo presente, e così il training della One Experience© riguarda il disimparare piuttosto che l’imparare, lasciare andare piuttosto che trattenere e questo rende più semplice l’arrivo di nuove informazioni."


2. Qual è il motivo per cui ai partecipanti viene chiesto di non parlare delle strutture dopo il training?

"Fondamentalmente perché il training, specialmente negli primi tre o quattro giorni, accade nel modo in cui accade la Vita, in un flusso spontaneo di eventi, sia positivi che negativi; le nostre strutture sono abbastanza elaborate, il che significa che la One Experience©, tra tutti i training che io propongo, richiede una performance da parte del leader così da creare la giusta atmosfera: creiamo un ambiente per incoraggiare i partecipanti ad avere un’esperienza più reale delle crisi nelle quali li mettiamo.

E così, chiediamo ai partecipanti di non descrivere le strutture, in modo che altri possano venire senza aspettative, senza conclusioni basate su quello che i partecipanti precedenti hanno detto loro, così che possano rispondere nel momento alle strutture, piuttosto che avere nozioni preconcette su come comportarsi nelle strutture stesse."


Il seguito dell'intervista la prossima settimana su Terranauta.it...

Per informazioni sui seminari di One Experience© e sulle altre attività dell'Associazione Pachamama, consultare il sito web.tiscali.it/pachamama, scrivere a pachamama@inwind.it o telefonare al 069032785 o al 3387255800.


(17/11/2005) - SCRIVI ALL'AUTORE


Non aver paura di crescere è benessere

  
  
 
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