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IL NATALE E LA RINASCITA DEL SOLE INTERIORE
Il 25 dicembre, legato al solstizio d’inverno, è fondamentale nelle celebrazioni spirituali da migliaia di anni. Significati astronomici, simbolici e rituali del Natale. Come, perché e da chi è stato scelto come anniversario della nascita di Gesù. Un invito alla fratellanza universale ed alla crescita interiore

Giancarlo Tarozzi

“Il figlio che tu tanto desideri ti è stato concesso! Fortunata tra le donne, il tuo corpo partorirà il prediletto di Dio Padre stesso.”

L’essere splendente che era apparso circondato di luce e di colori scomparve dopo aver pronunciato questo messaggio. Era circa l’anno 5 a.C. e - benché alcuni studiosi sostengano che Gesù nacque circa 4 anni prima dell’inizio dell’era cristiana - non si tratta dell’Annunciazione fatta a Maria dall’Arcangelo Gabriele, bensì di quella ricevuta dalla madre di Apollonio di Tyana, il cui nome significa “figlio del Sole” o “figlio di Apollo”.

E’ un esempio, non certo l’unico, di come nei racconti contenuti nei Vangeli siano confluiti elementi legati ad altre tradizioni contemporanee o precedenti. In questo contesto il mio obiettivo non è affrontare il discorso della storicità e dell’effettiva biografia di Gesù, ma vedere come la tradizione del Natale sia radicata, seppure in forme diverse, in tradizioni e culture disseminate sul nostro pianeta.

E’ infatti estremamente probabile che molti avvenimenti riportati nei Vangeli scelti - non dimentichiamolo - oltre cinque secoli dopo i fatti in essi narrati) non siano altro che racconti simbolici, ripresi da altre culture e tradizioni. Ciò non significa che gli avvenimenti legati alla natività di Gesù siano privi di fondamenti storici, ma che in ogni caso essi sono stati rivestiti di simboli e significati tali da renderli praticamente irriconoscibili.

Non esistono dati storici sulla nascita di Gesù, e gli stessi protocristiani sono stati a lungo incerti sulla data da scegliere: cattolici prima e protestanti poi hanno optato per il 25 dicembre, che corrisponde al solstizio d’inverno, momento culminante di tutti i rituali solari.

E’ in corrispondenza del solstizio, infatti, che il sole raggiunge il punto più meridionale della sua orbita, ed alle latitudini settentrionali si ha il giorno più corto dell’anno; a partire da quel momento, il sole inizia il suo ritorno verso settentrione e le giornate riprendono ad allungarsi. Da sempre, in tutte le culture tradizionali, tale giorno è considerato un momento di nascita e di rinascita.

Lo stesso anno di nascita di Gesù è stato fissato, in maniera del tutto arbitraria, da un monaco chiamato Dionysius Exiguus, che visse nel sesto secolo d.C. sotto gli imperatori Giustino e Giustiniano. Egli eseguì i suoi calcoli basandosi sul materiale che riuscì a reperire, che però pare non fosse molto. Molti commentatori ritengono, come ho detto in apertura, che in realtà la data debba situarsi tra cinque e sei anni prima dell’inizio dell’era cristiana.

In alcuni culti Misterici, in corrispondenza del solstizio d’inverno veniva celebrata una cerimonia, la “Nascita”: in tale occasione, gli uomini si salutavano dicendo “Ave! Nell’uomo è nato l’Unto! (il Cristo)“, oppure: “Il Buddha interiore è scaturito dalla conchiglia del neofita.”

La scelta del solstizio d’inverno, inoltre, si riallaccia direttamente alla festività del Sol Invictus, una delle più sentite dalle popolazioni dell’Impero Romano, particolarmente solennizzata dall'imperatore Aureliano che, proclamandosi l'incarnazione vivente del dio Sole, aveva fatto, nel 274, della mitologia solare il culto ufficiale dell'Impero.


  
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