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I simboli nel Reiki

Innanzi tutto, i simboli nel Reiki sono caratterizzati dalla loro forma fisica, che possiede in sé la caratteristica di raccogliere e convogliare energia in un determinato punto. Il discorso delle onde di forma è stato riscoperto in tempi relativamente recenti, in particolare dallo studio delle caratteristiche della Grande Piramide di Cheope, caratteristiche possedute a loro volta da tutti i modelli in scala di tale piramide, a patto che rispettino esattamente le stesse proporzioni tra i lati e l’altezza, e che siamo orientati nello stesso modo, secondo i poli magnetici.

Partendo da queste premesse, dopo la Seconda Guerra Mondiale, un ricercatore di nome Pavlita ha messo a punto tutta una serie di apparecchi che nella loro forma fisica hanno la facoltà di convogliare ed indirizzare energia, in maniera strettamente analoga a quella dei simboli del Reiki.

Conoscenze analoghe, per fare un altro esempio, sono state utilizzate dai costruttori delle cattedrali gotiche o dei famosi castelli ottagonali dei Templari, come quello di Castel del Monte in Puglia.

Per questo motivo, tra l’altro, nei seminari di Secondo e Terzo Livello viene rivolta la massima attenzione al fatto che chi partecipa apprenda come tracciarli nel modo più preciso possibile. Per rimanere nell’esempio della piramide, più ci si discosta dalla precisione più tali simboli perdono efficacia, fino ad arrivare ad un punto oltre il quale sono del tutto inerti.

E’ un processo simile a quello che avviene quando si sposta la sintonia da una stazione radiofonica: il segnale diventa via via più disturbato, fino a scomparire del tutto.
Nessuno ha saputo fino a questo momento dare una spiegazione realmente attendibile al significato delle onde di forma: tutte le teorie formulate fino a questo momento non sono che tentativi che brancolano nel buio.

Del resto, probabilmente, ci mancano alcuni elementi fondamentali. Basta pensare ad un circuito stampato, una di quelle piastrine di bachelite ricoperte di saldature di stagno e minuscoli componenti elettronici che ormai troviamo dappertutto, dal tostapane alla radiolina.

Cercare di comprendere il significato della loro forma, della disposizione di componenti e ponticelli, è virtualmente impossibile per chi sia a digiuno delle basi dell’elettronica. Eppure, esistono persone che per lavoro riproducono questi circuiti stampati, stando molto attenti alla precisione della forma, pur senza saperne di più.

Nel Reiki ci troviamo esattamente nella stessa situazione, usiamo questi ‘‘circuiti stampati energetici’’ senza comprenderne il significato teorico ma conoscendone a fondo l’azione reale: per usare una radiolina od un tostapane non servono nozioni di elettronica.

Un secondo aspetto importante nei simboli del Reiki sta nel fatto che da molti secoli essi sono stati utilizzati, in parti diverse del pianeta, con lo stesso significato: si è così creata una gigantesca forma pensiero (o archetipo, o elementale, a seconda del termine che ognuno preferisce), arricchendola a nostra volta con la nostra azione.

E’ come se esistesse un enorme conto corrente energetico, accumulato nei secoli, da cui possiamo prelevare quando ci serve e che noi stessi alimentiamo con i nostri risparmi. Per chiarire, il fatto che migliaia di persone per periodi sufficientemente lunghi abbiano utilizzato questi simboli per aiutare e guarire il prossimo fa sì che ogni volta che li usiamo la nostra azione viene potenziata ed amplificata da questo patrimonio collettivo.


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