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L'ORTO BOTANICO - 100 PAROLE SU - NON SOLO RECENSIONI - GUARIGIONE COME CRESCITA - ANGOLO DELLA PSICOLOGA -DOSSIER-
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Al tempo stesso, il fatto di procurarsi i mezzi per accedere al secondo livello (e in maniera ancor più netta per quanto riguarda il terzo livello) costituisce spesso una conferma della validità della scelta fatta. Per fare un esempio, un nostro allievo che voleva prendere il secondo livello ma non poteva permetterselo ha trovato centomila lire per strada ha deciso di giocarle al lotto, pensando che se quello era per lui il momento giusto per vivere tale esperienza la Realtà l’avrebbe ancora aiutato, ed ha vinto una cifra che corrispondeva esattamente al costo del seminario.

Altri hanno deciso di pagarsi l’esperienza facendo trattamenti ad altre persone; in questo modo, oltre a procurarsi “con il Reiki” quanto era necessario per proseguire nel loro cammino, sono stati stimolati ad aiutare la guarigione di altre persone, ottenendo quindi un risultato doppiamente positivo.

Se con il primo livello recuperiamo una connessione con la Realtà, una connessione persa nei secoli via via che il canale energetico si è lentamente ostruito, qui possiamo fare un altro passo, andare “oltre”: nel momento in cui, insieme alla possibilità di agire attraverso i trattamenti, possiamo per mezzo dei simboli lavorare direttamente per una nostra crescita, realizziamo pienamente quella simbiosi che tutte le Tradizioni del passato ci hanno proposto tra chi lavora per l’autorealizzazione e chi agisce a livello terapeutico: dagli uomini-medicina americani agli esseni, l’iniziato è sempre stato anche terapeuta...

Questo duplice aspetto è presente anche nel Reiki, e viene espressa in maniera particolarmente chiara proprio nel secondo livello.
Molti, sentendo parlare nel secondo livello di simboli, trattamenti alle situazioni e cose simili, pensano immediatamente a forme più o meno velate di magia, e c’è anche chi teme di imbattersi in forme più o meno occulte o stregonesche.

E’ indubbiamente una preoccupazione più che lecita in un momento in cui assistiamo ad un proliferare di sette e gruppi di ogni genere, che talvolta si rivelano ben diversi da come appaiono al primo impatto. Basti pensare a casi tristemente recenti, quali la setta criminale giapponese od i suicidi di massa in Svizzera.

Fedeli al nostro principio, secondo il quale ogni segreto o mistero, se non ha motivazioni più che fondate, serve solo a dare potere a chi lo detiene e ad ostacolare una gestione in prima persona della propria esperienza interiore, cercheremo di sfatare alcuni facili fraintendimenti e di chiarire il più possibile il funzionamento dei simboli.

Il Reiki a partire dal secondo livello, infatti, esplica la sua azione soprattutto attraverso i simboli, vere e proprie chiavi operative che permettono di concentrare l’energia, di inviare trattamenti a distanza, nonché di effettuare l’apertura del canale energetico attraverso le cosiddette ‘‘attivazioni’’.

Tali simboli sono stati al centro dell’esperienza di Mikao Usui, protagonista della riscoperta di questo metodo di guarigione naturale che affonda le sue origini nella notte dei tempi.

L’insegnamento del Reiki secondo il metodo tradizionale ritrovato da Usui è suddiviso in tre fasi o livelli, ognuna corrispondente ad uno dei piani fondamentali che costituiscono l’essere umano: il corpo, la mente, ed il piano coscienziale o spirituale.

Nel primo livello i trattamenti passano soprattutto attraverso il piano fisico, nel secondo da quello mentale mentre il terzo riguarda il rapporto più profondo tra l’individuo e la Realtà.
Se da un lato in primo livello non si utilizzano simboli: si agisce soprattutto sugli organi e sui punti energetici fondamentali dell’individuo, con un’azione che ricorda molto da vicino quella dell’agopuntura o dello Shiatzu, in terzo livello si utilizza un solo simbolo, che ha la caratteristica di permettere l’apertura dei canali del Reiki negli esseri viventi e di caricare di energia in maniera particolarmente intensa la cosiddetta materia inanimata (un’analisi di cosa si intende per vita e se esista qualcosa di realmente inanimato esula ovviamente dagli scopi del presente articolo).

L’ambito fondamentale nel quale i simboli vengono utilizzati è il secondo livello, che corrispondendo al piano mentale ne propone un utilizzo abbastanza ampio, dal trattamento di persone assenti a quello delle situazioni, ad un altro che mira a ristabilire l’equilibrio e l’armonia nella persona passando proprio attraverso il piano mentale, non riferito esclusivamente alla mente del soggetto ma, ad un livello più profondo, anche alla mente embrionale posseduta da ognuna delle cellule che ne costituiscono l’organismo.

Sui simboli sono stati scritti interi trattati, e non ci dilungheremo quindi su teorie ed interpretazioni: del resto, tutta la nostra rappresentazione del mondo è simbolica, i segnetti neri che state ‘‘leggendo’’ e quindi traducendo in parole sono simboli, e così via. Tutto quindi può essere simbolo; ci riferiremo qui soltanto ad alcuni significati che ai simboli stessi può essere attribuito nel Reiki, e quanto diremo non deve essere necessariamente valido per altri ambiti esperienziali.


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