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UN PIANETA, UNA SOLA VITA
Un punto di vista "Tradizionale" sulla crisi ambientale...


Giancarlo Tarozzi

Negli ultimi tempi, più che mai, l'ambiente è un argomento forzatamente sottoposto all'attenzione generale, dopo molti anni in cui si è fatto di tutto per negare il problema per chiare motivazioni economiche.

Ma... voglio proporvi un diverso punto di vista, non necessariamente più vero di altri, ma comunque con l'intento di allargare la prospettiva di quello che sta succedendo.

Se ci spostiamo dal punto di vista della razza umana, in particolare di quei settori patriarcali, che hanno separato l'uomo dagli altri esseri viventi del pianeta, considerati come "creati a suo esclusivo utilizzo", e vediamo invece il contesto della vita sul pianeta, ecco che, magari, alcune cose che per una certa visione ecologica sono considerate negative, per il pianeta possono invece non esserlo o comunque esserlo in maniera minore.

Dal punto di vista della totalità della vita che abita il pianeta Terra, grazie agli esseri umani, alcune specie hanno raggiunto altre parti del pianeta che, senza gli aerei o altri mezzi di trasporto creati da parte dell'uomo, non avrebbero magari mai potuto raggiungere. Se osserviamo la realtà dal punto di vista della zanzara tigre, dell'eucaliptus, o di altri esseri trasportati di qua e di là, ecco che questo gli ha permesso loro di scoprire nuove nicchie ecologiche. Del resto, quando si parla di un uomo contrapposto alla natura, di distruttori della natura, si ricade tutto sommato in quella visione patriarcale più volte citata in questi articoli, che lo considera esterno alla natura stessa. Ma se ci ricordiamo che, comunque, ogni essere vivente che abita questo pianeta, molto probabilmente, e' un'emanazione diretta di quella prima cellula che si è formata miliardi di anni fa, negli oceani o riportato da qualche cometa, ecco che il discorso cambia. Lo stesso concetto di fratellanza prende connotazioni completamente diverse: è innegabile che tutti gli esseri viventi di questo pianeta sono profondamente fratelli in quanto quella cellula originaria non è mai morta e si è riprodotta e suddivisa in miliardi di volte, animando ogni corpo vivente: siamo tutti discendenza diretta ed ininterrotta di quel primo frammento vitale.

È allora... non ha molto senso parlare di un uomo che si mette "contro" la natura, quasi non ne facesse parte, ma piuttosto di esseri umani che hanno la convenienza, come affermano da sempre sciamani ed iniziati, a non alterare troppo il contesto in cui vivono per non rischiare di esserne estromesso.

La vita, su questo pianeta, molto probabilmente proseguirà con o senza di noi: alcuni tipi di scarafaggi, per esempio, sono immuni alle radiazioni; alcuni tipi di topi sono in grado di sopravvivere in condizioni estreme. E molti altri organismi abitanti l'aria e il mare non avrebbero molto da temere da uno stravolgimento di condizioni climatiche probabilmente fatale per la razza umana.

Certo, molte razze potrebbero rimanere estinte, ma questo è sempre un discorso che riguarda una nostra forma di "convenienza" a non stravolgere la vita del pianeta, che ha già visto altre estinzioni di massa in passato, e forse sta per viverne una nel futuro prossimo.

L'estinzione dei grandi rettili non è stata certo un'esperienza positiva per i dinosauri, ma lo è stata senz'altro per i protomammiferi; se non ci fosse stata, probabilmente i mammiferi non si sarebbero mai sviluppati fino in fondo.

Relativizzare il rapporto con il pianeta significa riportare le cose nella loro giusta prospettiva: personalmente concordo con quanti affermano che l'unica vera legge universale è non nuocere a nessun essere vivente, per cui qualunque forma di violenza sull'ambiente, sugli altri e su se' stessi e ugualmente sbagliata. Ma affermare che l'essere umano sta distruggendo il pianeta lo sta stravolgendo significa attribuirgli un'importanza tutto sommato egoica molto più grande di quello che ha realmente: immaginate di trovarvi qualche centinaia di migliaia di anni nel futuro, gli attuali sconvolgimenti climatici non saranno più importanti di altre glaciazioni o di altri fenomeni del passato.

Questo, in realtà, è uno spunto per responsabilizzarsi maggiormente, rendendosi conto in prima persona, come esseri umani, che è soprattutto la nostra razza quella che ha tutto da perdere nel continuare a dilapidare sconsideratamente le risorse vitali e minerali di Madre Terra.

L'esempio che ho citato all'inizio, di piante ed animali che grazie a noi si sono diffusi in altre nicchie ecologiche, di pesci tropicali che stanno entrando nel Mediterraneo od altro, può essere senza dubbio tragico per le razze "colonizzate", ma non lo è senz'altro per quelle in espansione. E' sempre e comunque una questione di punti di vista...

Al di là di quanto a noi come esseri umani possa non piacere, la stessa zanzara tigre è pur sempre un essere vivente di questo pianeta, e se a noi in quanto esseri umani non piace andare in una direzione in cui le condizioni ambientali per noi saranno sempre più difficili, ecco che trasformare completamente il rapporto con l'ambiente e con il clima diventa non "buono" ma piuttosto inevitabile e conveniente.

Altrimenti, è possibile ricadere nel sottile gioco egocentrico di considerarsi "buoni", appunto, per il semplice fatto di agire nella maniera più opportuna per la propria sopravvivenza.

Non c'è nulla di particolarmente degno di nota nel fare ciò che rientra nel nostro tornaconto.

È un punto di vista magari scomodo, magari diverso da quelli che in questo momento vengono proposti dai mass media, ma, chissà, vicino alla realtà.

Del resto, e' quanto Hopi, Kogi, tibetani, Qeros, e molti altri esponenti delle culture tradizionali affermano da millenni...



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(14/09/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


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