Vivere Ecologico

Olio fritto: come smaltirlo?

Per friggere patatine e quant’altro, tutti noi utilizziamo enormi quantità di olio che poi, sistematicamente, versiamo dalla padella nel lavandino delle nostre cucine. Questa diffusa abitudine provoca però gravi danni all’ambiente. Quali alternative, quindi, per lo smaltimento dell’olio?

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di Alessandra Profilio

olio
Come liberarsi dell'olio dopo averlo utilizzato per la frittura?
I dietologi sconsigliano a chi vuole tenersi in forma di assumerne in grandi quantità, eppure l’olio costituisce un ingrediente fondamentale della nostra cucina.

Per condire le nostre pietanze o per friggere patatine e quant’altro, gli italiani consumano annualmente 1.400.000 tonnellate di oli vegetali: circa 600-700 mila tonnellate di olio di oliva ed altrettante di olio di semi.

Date queste cifre, sorge un problema di smaltimento. E non solo di calorie in eccesso.

La maggior parte di noi, infatti, è solita versare nel lavandino della cucina – o in altri scarichi della casa – l’olio utilizzato per friggere, ignorando le ripercussioni di questa nostra abitudine sul Pianeta.

Si è calcolato che, attraverso le reti fognarie, finiscono nell’ambiente ben 800.000 tonnellate di olio fritto.

L’olio da cucina esausto è un rifiuto che, se disperso nell’ambiente, comporta gravi danni:

- nel sottosuolo forma uno strato sottile attorno alle particelle di terra e impedisce alle piante l’assunzione delle sostanze nutritive;

- quando raggiunge pozzi di acqua potabile li rende inutilizzabili: l’olio mescolato all’acqua ne altera il gusto rendendola imbevibile;

- se raggiunge uno specchio d’acqua superficiale, ad esempio un lago o uno stagno, può formare una sottile pellicola impermeabile che impedisce l’ossigenazione e quindi compromette l’esistenza della flora e della fauna;

- disperso in mare forma un velo sottilissimo che impedisce la penetrazione in profondità dei raggi solari con gravi conseguenze per l’ambiente marino.

lavandino
Versare l'olio esausto nel lavandino provoca gravi danni all'ambiente
Peraltro, anche dove esistono impianti fognari adeguati, lo smaltimento di queste enormi quantità di residuo oleoso può pregiudicare il corretto funzionamento dei depuratori.

Come evitare, dunque, questi danni?

La soluzione è quella di recuperare l’olio esausto. Tale pratica, però, coinvolge quasi esclusivamente i grandi utilizzatori come ristoranti, fast food e mense. Il problema riguarda, quindi, prevalentemente i privati.

Tra questi l’abitudine da sradicare è proprio quella di versare l’olio fritto negli scarichi. Quali sono, però, le alternative a questa prassi?

Innanzitutto, dopo averlo fatto raffreddare, l’olio fritto può essere versato in un recipiente che, una volta piena pieno, verrà portato alla più vicina isola ecologica o ad un ristorante in zona da cui poi sarà prelevato per essere riutilizzato. Infatti, se versare l'olio esausto negli scarichi rappresenta una prassi sbagliata, altrettanto dannoso è gettarlo nei cassonetti dell'indifferenziata: qui il recipiente potrebbe rompersi e l'olio dispendersi. Le isole ecologiche, invece, sono aree attrezzate per la raccolta differenziata dei rifiuti, disponibili in molti comuni italiani. A Roma, ad esempio, queste vengono gestite dall'AMA: nel sito dell'azienda è possibile reperire tutte le informazioni in proposito. Ovviamente, recarsi in un'isola ecologica dopo ogni pasto a base di fritto è un'impresa impossibile anche per i più volenterosi! Quello che si potrebbe fare è, però, raccogliere l'olio in un grande recipiente (ad esempio un fustino da 5 litri di detersivo): in tal modo ci dedicheremo all'operazione di smaltimento solo pochissime volte in un anno.

In Italia ad occuparsi del trasporto, dello stoccaggio, del trattamento e del recupero di oli e grassi esausti è il CONOE (Consorzio Obbligatorio Nazionale di raccolta e trattamento oli e grassi vegetali e animali esausti).

olio
Tramite processi di trattamento e riciclo, dall’olio si ottengono svariati prodotti, quali: lubrificanti vegetali per macchine agricole, per biodiesel e glicerina per saponificazione
Il Consorzio è operativo dal 2001 su tutto il territorio italiano grazie all’apporto dei suoi fondatori: associazioni di raccoglitori (ANCO), di rigeneratori (Anirog e Aroe) e di produttori quali Confcommercio, Confartigianato, CNA, Federalberghi, Fipe e Una-Confindustria, cui si è aggiunta di recente anche Coldiretti. Direttamente o tramite le loro associazioni partecipano al Consorzio oltre 120.000 imprese.

Grazie al contributo volontario delle imprese di raccolta e di rigenerazione l’attività del CONOE si è notevolmente sviluppata, raggiungendo una capacità di raccolta e di trattamento del prodotto intorno alle 45.000 tonnellate per anno. In sette anni, dal 2001 al 2008, la capacità di raccolta si è incrementata di quasi il 90%.

Oltre ad evitare i danni ambientali, l’opera di recupero dell’olio esausto, consente notevoli vantaggi economici. Tramite processi di trattamento e riciclo, dall’olio si ottengono infatti svariati prodotti, quali: lubrificanti vegetali per macchine agricole, per biodiesel e glicerina per saponificazione. I saponi, peraltro, possono essere realizzati anche in casa da chiunque sia dotato di buona volontà, rispetto dell’ambiente e desiderio di risparmiare.

12 Maggio 2009 - Scrivi un commento
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8 lettori hanno commentato questo articolo:
13/7/10 15:30, Gianfranco Peano ha scritto:
Beh, se si tratta di quantità... non industriali, per chi ha un orto/giardino e pratica (come auspicabile) il compostaggio domestico, non ci sono assoolutamente problemi a smaltire un poco alla volta l'olio (freddo, per carità!)nel cumulo del compost, ditribuendolo uniformemente: l'olio, anche se fritto, è assolutamente biodegradabile.
Gianfranco Peano
8/7/10 18:37, claudia ha scritto:
...non si potrebbe utilizzare l'olio usato per le lampade ad olio?!?
magari aggiungendo qualche goccia di essenza alla menta o, nei periodi estivi, di citronella!!!!????
14/3/10 11:20, Sabrina ha scritto:
Oramai è risaputo che l'AMA ci prende in giro, riunificando la raccolta differenziata in un unico incerenitore, lo hanno rivelato anche alcuni dipendenti della stesa ma nessuno fa nulla. Dovremmo credere che le isole ecologice hanno un diverso destino?
3/12/09 08:07, Francesco ha scritto:
Parlare è facile...
E' bellissimo riciclare l'olio esausto vegetale...certo.
Ma come fare quando in moltissimi comuni e città italiane MANCA del tutto l'isola ecologica e/o un raccoglitore attivato e gestito dalla società di raccolta rifiuti ??!?!?

E' un dramma.

Io lo sto raccogliendo in contenitori grandi di plastica.
Ma fino a quando potrò andare avanti così ?
24/11/09 12:30, assunta stellato ha scritto:
ogni volta-ma non troppo di frequente-che uso olio per frittura mi sento in colpa quando devo disfarmene gettandolo nello scarico.Domenica scorsa ho seguito una -come sempre- interessantissima trasmissione di REPORT (RAI 3) la quale ci ha informato che a Rovigo ed in altre realtà del nord, alcune persone, autonomamente, si siano organizzate per la produzione e l'utilizzo di biocarburanti attraverso il riciclo di questi odiosi oli. Sarebbe bello che anche nel nostro profondo e malsano sud si prendessero iniziative come quelle o che almeno ci si organizzasse cominciando ,ad esempio dalla raccolta presso ristoranti e similari.
Speriamo...
17/5/09 17:02, anna ha scritto:
Il Comitato rifiuti zero di Pomarance in provincia di Pisa sta facendo una raccolta di firme tra i cittadini,
per chiedere all' Amministrazione Comunale di individuare luoghi idonei dove collocare dei contenitori di raccolta degli Oli esausti che vengono gestiti da una ditta iscritta al Consorzio CoNOE......
14/5/09 15:46, mauro furlotti ha scritto:
Da anni raccolgo, dopo averlo filtrato con un imbuto speciale, in bottiglie di vetro (generalmente in quelle dell'olio stesso), gli olii di semi e d'oliva che mi risultano dalle fritture. Ne raccolgo circa 4 o 5 litri all'anno. In buona parte lo riutilizzo spennellandolo sulle travi e sulle tavole di legno della mia casetta in campagna, soprattutto ce n'è bisogno sui legni esterni del lato sud, esposto al sole e alle altre intemperie. In termini di protezione del legno il risultato è ottimo e anche lo smaltimento è assicurato. Inoltre, vi assicuro che, trattandosi di un sito ben arieggiato, anche l'odore non permane che pochi minuti.
Provare per credere.
14/5/09 11:19, Maria Previtali ha scritto:
Ma i punti raccolta per l'olio sono assolutamente troppo pochi. Come deve fare chi non ha la machina? Io sono una fissata della raccolta differenziata, ma l'olio è un problema, effettivamente lo metto in contenitori che finiscono nel non differenziato. Mi è stato suggerito dalla Quadrifoglio, l'azienda che raccoglie i rifiuti qui a Firenze. Non erano contenti di suggerirmelo, ma non avevano altra possibilità. Faccio presente che ho 73 anni, non ho la macchina e in bicicletta l'isola ecologica è troppo lontana.
Saluti
Arianna Editrice
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