Biohazard

Nubi brune e mutamenti climatici

L’incessante peggioramento delle condizioni climatiche è dovuto non solo alle imponenti emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera, ma anche alla presenza di enormi nubi brune cariche di particelle inquinanti di ogni tipo, che raggiungono anche i 3 Km di spessore causando catastrofi ambientali.

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di Marco Cedolin

Nubi brune
Enormi nubi brune sovrastano i cieli causando mutamenti climatici
Troppo spesso quando viene affrontato l’argomento dei mutamenti climatici si percepisce l’impressione che tutta l’attenzione venga erroneamente focalizzata esclusivamente sulle emissioni di anidride carbonica, quasi l’inquinamento da CO2 fosse l’unico responsabile degli stravolgimenti climatici con i quali siamo e saremo sempre più costretti a confrontarci.

Oltre a quantitativi abnormi di anidride carbonica, la “megamacchina” che chiamiamo progresso produce invece un’enorme sequela di veleni che in varia misura contribuiscono, sia direttamente sia indirettamente, ad aggravare i mutamenti climatici attualmente in atto.

Molto interessanti a questo riguardo sono i risultati di uno studio condotto nell’ambito del programma per l’ambiente dell’ONU, concernenti gli effetti delle nubi brune atmosferiche.

Le nubi brune, presenti secondo lo studio soprattutto in Asia, ma anche in Nord America ed in Europa, Pianura Padana compresa, sono sostanzialmente enormi nuvole costituite dalla combustione delle energie fossili, che oscurano il cielo delle grandi metropoli per lunghi periodi dell’anno. Queste nubi, generate dall’attività umana, sono cariche di particolato e particelle inquinanti di ogni tipo e arrivano in alcuni casi a raggiungere i 3 km di spessore, determinando una serie di conseguenze estremamente rilevanti a livello climatico.

Secondo i risultati dello studio, tali nubi oltre ad avere un impatto pesante sulla qualità dell’aria e sull’agricoltura, aumentando i rischi sanitari ed alimentari per 3 miliardi di persone nel mondo, costituiscono una sorta di scudo che riflette la luce solare, diminuendo la quantità delle piogge e contribuendo al riscaldamento dell’atmosfera, mentre al contrario il suolo tende a raffreddarsi in virtù del diminuito irraggiamento solare.

In alcune grandi metropoli come Pechino, Shanghai e New Delhi dal 1970 ad oggi si è riscontrato un calo della luminosità superiore al 20%. Nel sud est asiatico dal 1950 ad oggi le precipitazioni monsoniche sono diminuite del 7%, mentre risultano raddoppiati i fenomeni meteorologici estremi. Più in generale la presenza delle nubi brune sembra incidere pesantemente determinando anomali mutamenti delle temperature e del regime delle precipitazioni che sommati alle conseguenze dell’accumulo di CO2 in atmosfera saranno in grado di produrre effetti potenzialmente catastrofici, la cui portata allo stato attuale delle ricerche non risulta ancora definita.

Se le dinamiche d’interazione fra i vari elementi che ingenerano i mutamenti climatici non sono ancora state sviscerate nella loro interezza (ammesso che possano esserlo in futuro) appare invece di una chiarezza adamantina l’individuazione dell’unica strada che può consentirci di rimediare (nel caso ci sia ancora il tempo per farlo) alla catastrofe imminente. Diminuire in maniera corposa l’incidenza della tecnosfera sulla biosfera (anziché incrementarla come stiamo continuando a fare), tentando di recuperare, almeno in parte, gli equilibri che abbiamo perduto o stiamo perdendo e imponendoci di preservare almeno quella parte di ambiente che non è ancora stato devastato in maniera irreversibile.

27 Novembre 2008 - Scrivi un commento
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Un lettore ha commentato questo articolo:
16/9/09 15:46, Luigi Grizzana M. ha scritto:
tutte le informazioni sono ottime sopratutto quella sulle nubi brune cariche di particolato finissimo ----peccato che abbiate omesso che il particolato viene depositato sulle nuvole attraverso una attività illegale di rilascio di aereosol e scie chimiche effettuato da aerei tanker di origine e provenienza segreta.
Arianna Editrice
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