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TRA ORIENTE E OCCIDENTE
KONIA

Il viaggio continua ed è con molta tristezza che abbandoniamo la Cappadocia. La nuova meta è la costa mediterranea occidentale e la via per raggiungerla passa per Konia, città dalla forte fede islamica.
Puntata tre: Konia.

Andrea Boretti

Posizionata su un altopiano nel sud dell’Anatolia, Konia “disterebbe” da Goreme circa 3 ore. Il condizionale è d’obbligo perché potreste incappare in un anziano autista della Nevsehir Buses che decide di mantenere la velocità media costantemente sotto i 50 km orari, costi quel che costi!!! Risultato, il tragitto in mezzo alla steppa turca dura 5 ore invece delle annunciate 3…Un altro esempio degli opposti estremi che si possono trovare in Turchia: autobus di lusso e dolmus (navette) scassati su strade dissestate, servizio cameriere sull’autobus e passeggeri con gallina a seguito, ma anche questo è il suo bello.

Arrivati a Konia siamo subito accolti da Mr Koniali, uno strano personaggio tuttofare chiamato amichevolmente così dal nostro ospite in Cappadocia che ci ha messo in contatto con lui. Koniali, che scopriremo chiamarsi Yalmez (o qualcosa del genere) ci porta in un nuovissimo albergo in centro (dal costo decisamente contenuto), ci consiglia dove andare a mangiare e cosa visitare prima di lasciarci con la promessa di organizzare per noi, in serata, uno spettacolo di Dervisci Rotanti.

E qui arriviamo a Konia alla sua storia, alle sue peculiarità. Famosa in tutta la Turchia per i suoi religiosi abitanti (in più di 500 erano fuori dalla moschea principale al nostro arrivo) e per le forti influenze islamiche, Konia è la patria di Celaleddin Rumi, detto Mevlana, fondatore della setta dei dervisci mevlevi, ma più famosi come dervisci rotanti.

Rumi sviluppò una filosofia di unione spirituale e amore universale e per questo è uno dei mistici più importanti del mondo islamico, al punto che il museo Mevlana, nel cuore di Konia e contenente la sua tomba, è visitato ogni anno da milioni di credenti musulmani. Per i dervisci un momento fondamentale della loro confessione è sicuramente il sema, o cerimonia del roteare, una danza rituale in cui i dervisci, vestiti con i tradizionali abiti e copricapi, ruotano a ritmo di musica in cerca dell’estasi e dell’unione ultima con Dio.

Diventati, nel corso dei secoli, troppo politicamente potenti, i dervisci vennero dichiarati illegali da Ataturk che mirava alla costituzione di una Turchia laica come quella moderna. La setta divenne così, almeno ufficialmente, solo un elemento folkloristico e un’attrazione turistica, il cui motivo di richiamo principale è sicuramente la stessa sema. E proprio la danza rituale è lo spettacolo che il nostro Mr Koniali ha preparato per noi la sera del nostro arrivo.

Lo spettacolo è coinvolgente e sicuramente di atmosfera, ma certo è che ormai i dervisci sono proprio ciò che si voleva diventassero, un’attrazione turistica. Ciò è particolarmente evidente da alcuni atteggiamenti dei danzatori a mio parere poco "presi", per non dire addirittura poco preparati.

A parte questo particolare, di Konia si può parlare solo positivamente. Sicuramente una delle città più ospitali che ci è capitato di visitare. Inoltre in questa cittadina è quasi impossibile incontrare qualche occidentale in giro e, nonostante questo, non ci si sente mai a disagio.

L’atmosfera, infatti è, vivace, i negozi di tappeti sono una delle maggiori attrattive, come anche quelli di gioielli e di manufatti in ottone, ma attenzione perhé, come al Gran Bazar di Istanbul, l’affare, e la fregatura, sono dietro l’angolo...


(01/11/2006) - SCRIVI ALL'AUTORE


Viaggiare con i 5 sensi è benessere

  
  
 
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