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Camminare su e giù per le scale che uniscono i diversi livelli ed esplorare le mille stanze della città è sicuramente divertente e curioso, ma alla lunga la coscienza di trovarsi così in profondità e con un'unica via d’uscita può provocare una leggera sensazione di disagio e di oppressione. Se questo è ciò che abbiamo provato noi in circa un’ora e mezza di visita, non deve essere stato facile vivere a lungo in quelle condizioni.

Poco lontano da Derinkuyu si trova la Valle di Ihlara una sorta di Gran Canyon in miniatura, ma con in più 60 chiese scavate nella roccia e diversi cimiteri anch’essi ricavati dal tufo.

Il paesaggio che si gode dell’alto della valle è sicuramente uno dei più belli della Turchia. Non è difficile capire perché è proprio qui che meditavano molti monaci turchi dei secoli passati ed è qui che ancora oggi molti turisti giungono per passare un pomeriggio o una giornata (dipende da quanto ci si vuole inoltrare nella valle) di serenità.

Tutto ciò si sta ovviamente trasformando in turismo, in gite organizzate e in locali alla moda, soprattutto a Goreme. Fortunatamente la difficoltà di raggiungere la regione tiene i livelli di questo tipo di sviluppo ancora molto lontani dal turismo di massa a cui noi purtroppo siamo abituati.

Certo gli abitanti, come è lo stile dei turchi, hanno velocemente adattato la loro mentalità alla nuova realtà, così che gli alberghi ricavati dai bellissimi “camini delle fate” sono sempre più frequenti e attrezzati, ma basta girare un angolo o chiedere al padrone dell’hotel per tornare a scoprire sentieri non segnati, valli non abitate e costruzioni dalla forma ancora più bizzarra.

Grandi civiltà hanno quindi abitato questa regione e grandi opere vi sono state realizzate, ma la Cappadocia è in realtà molto di più di quanto le guide possono indicarvi. L’impressione è che non ci sia un angolo che non sembri essere vivo, una pietra che non possa raccontare qualche storia antica.

Ovunque si guarda vi sono colline, alcune alte, quasi delle montagne, altre basse, ma tutte accomunate da quelle finestrelle rettangolari, inusuali certo, ma in fin dei conti così ben integrate nell’orizzonte e nella roccia da cui sono ricavate da sembrare quasi naturali.

L’idea è che qui, in questo posto così deserto, ma nella realtà così fertile, in cui la vita si nasconde e si mimetizza sottoterra, a nessuno mancherà mai una casa e anche per questo “sembra di stare sulla Luna”.


(19/10/2006) - SCRIVI ALL'AUTORE


Viaggiare con i 5 sensi è benessere

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