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TRA ORIENTE E OCCIDENTE
LA CAPPADOCIA

Dopo le luci, i rumori e il fermento di Istanbul, arriva il silenzio di un'antica terra di meditazione.
Puntata 2: la Cappadocia

Andrea Boretti

Attraverso la pima parte del nostro viaggio alla scoperta della Turchia (vedi link), abbiamo esplorato e conosciuto la magica Istanbul. Ora il nostro percorso continua alla volta di una delle terre più misteriose e affascinanti di questa regione del mondo: la Cappadocia.

Partendo da Istanbul sono necessarie ben undici ore di viaggio in autobus (decisamente lussuosi) per arrivare nella terra di bellissimi cavalli”. Si tratta infatti di attraversare gran parte dell’Anatolia Occidentale e Centrale, a volte su autostrada, altre volte su strade provinciali, e altre volte ancora su strade che sembrano quasi delle mulattiere, per arrivare in questa terra di poche centinaia di chilometri quadrati.

Il viaggio però vale la fatica. Verso le sei del mattino (le corse sono per lo più notturne) il sole sorge davanti ai nostri occhi e con lui la Cappadocia in tutto il suo splendore. Lo spettacolo è difficile da descrivere senza fargli qualche torto. La parola che viene alla mente è sicuramente “lunare”, e non a caso è qui che sono state girate alcune tra le scene più memorabili di Star Wars.

Unica al mondo, la Cappadocia presenta infatti un paesaggio fatto di valli, monti, colline in tufo completamente erose in maniera del tutto particolare. La caratteristica della zona sono sicuramente i cosiddetti “camini delle fate”, o peri bacalari in turco, ovvero coni di tufo sormontati da grosse formazioni rocciose.

Le popolazioni e le civiltà che si sono sviluppate in questa zona nel corso dei secoli hanno ovviamente sfruttato la particolare conformazione del terreno, trasformandolo e plasmandolo a loro piacimento. È così quindi che nasce il Museo a cielo aperto di Goreme, patrimonio dell’umanità e, nel corso dei secoli, vero e proprio monastero scavato nella roccia.

Nella valle dove si trova il museo, infatti, si trovano 30 e più chiese di diverse dimensioni oltre a stanze comuni, refettori e via dicendo, il tutto scavato nel tufo e decorato con affreschi rappresentanti i santi, Gesù Cristo e diversi personaggi appartenenti alla cultura cristiana. C’è davvero da rimanere a bocca aperta.

Ma questo non è tutto. Un terreno così friabile non è stato eroso solo in altezza, ma anche scavato in profondità. In Cappadocia, infatti, ci sono circa 35 delle così dette città sotterranee, veri e propri complessi utilizzati nei secoli come fortezze difensive.

Noi abbiamo visitato quella considerata la più grande e bella: Derinkuyu, “pozzo profondo”, un immenso aglomerato di stanze, corridoi, magazzini e chiese sviluppato su 8 livelli e profondo circa 60 metri.

Si dice che potesse ospitare fino a 20.000 persone e che un cunicolo lungo circa 10 km la unisse all’insediamento sotterraneo di Kaymakli.


  
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