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D - Riguardo questo ultimo “ingrediente”, alle accuse sulla presenza di metanolo nell’aspartame è stato risposto con il fatto che è una sostanza che si trova anche nei succhi di frutta e nelle bevande alcoliche in piccole quantità…
R - E’ vero, ma Madre Natura pensa a tutto. Infatti, nei prodotti naturali la presenza di tale sostanza viene sempre accompagnata dalla presenza di altre che ne rendono nulli gli effetti, come, ad esempio, l’etanolo, un antidoto naturale contro la tossicità del primo.

D - Spesso si è letto che la quantità di metanolo che si forma nell’organismo con l’apporto di aspartame non è tale da causare preoccupazione
R – Infatti spesso si cercano giustificazioni vaghe e senza supporto. Se una sostanza è nociva per definizione, se ingerita per un tempo prolungato e continuativo anche in piccole dosi non può non avere effetti collaterali. Negli anni ‘70 sono stati fatti diversi studi sull’aspartame, solo in seguito si è scoperto che furono gravemente falsificati per rendere commercializzabile il prodotto. Esattamente come è avvenuto e continua ad accadere con gli Ogm. D’altronde se l’aspartame fosse realmente innocuo al 100%, perché parte della comunità scientifica continuerebbe ad interessarsi al problema?

D - Ma dopo tanti attacchi sulla sua “affidabilità” perché tanta ostinazione nel sostenere una sostanza considerata nociva e allo stesso tempo un consenso sulla sua produzione da parte degli organi ufficiali come, solo per citarne uno, l’FDA?
R – Alla base di tutta questa ostinazione e del conseguente “consenso” c’è la parola brevetto. Non a caso a scoprire l’aspartame fu nel 1965 un chimico della ditta G.D. Searle, Jim Schlatter, che stava conducendo una ricerca sull’ulcera gastrica. Questo nel 1965. La Searle venti anni dopo fu acquistata dalla Monsanto, la cara multinazionale creatrice di brevetti OGM, nonché esperta di mais transgenico. E quando si parla di Monsanto e di brevetti…

D - E la Food and Drug Administration fu subito d’accordo nell’appoggiare la produzione di aspartame?
R – Come prima ho accennato, nel corso degli anni Settanta furono fatti degli studi sull’aspartame. I risultati di tali ricerche provavano i danni, quali convulsioni e tumori al cervello, generati negli animali da laboratorio dall’apporto del dolcificante. Secondo la testimonianza e le ricerche di Mark Gold, l’FDA fino al 1981, a conoscenza dei risultati di laboratorio, non approvò l’uso della sostanza, scoperta ben sedici anni prima. Sembra che con la presidenza Reagan, il quale era molto “intimo” della G.D. Searle – Monsanto, il mandato del commissario dell’FDA che aveva disapprovato l’aspartame finì. Al suo posto ricoprì la carica il Dott. Arthur Hull Hayes. Sebbene l’opposizione alla introduzione del dolcificante fosse molto ostinata e decisa, Hayes riscì ugualmente ad approvarne la commercializzazione. Mark Gold continua affermando che lo stesso Hayes, dopo avere approvato l’utilizzo dell’aspartame anche nelle bevande gassate, firmò un contratto con l’agenzia delle pubbliche relazioni della G.D. Searle.

D - Attualmente anche l’Associazione Diabete Americana (ADA) consiglia l’uso di aspartame…
R – Il fatto ancora più assurdo è che secondo le ricerche del Dr. H.L. Roberts, specialista di diabete e di dolcificanti artificiali, nonché membro dell’ADA, l’aspartame non solo non risolve problemi legati al diabete, ma ne peggiora i sintomi.

D - Esiste un dolcificante naturale che potrebbe sostituire l’aspartame?
R – Sempre nell’articolo trovato su La Leva di Archimede si parla della Stenia Rebaudiana, un arbusto perenne della famiglia dei crisantemi, nativa del Paraguay. E’ 10/15 volte più dolce dello zucchero e una volta estratta dalla pianta sotto forma di polvere bianca è dalle 70 alle 400 volte più dolce dello zucchero. Inoltre non causa diabete, non contiene calorie, non altera il livello di zucchero nel sangue, inibisce la formazione della carie e della placca dentale, adatta alla cucina, non contiene sostanze artificiali e, soprattutto, non è tossica. Dagli indiani è utilizzata anche come medicinale per curare il diabete, l’obesità, l’iperattività, la pressione alta, la candida, inibisce la voglia di carboidrati e diminuisce il bisogno di tabacco e alcool. E questo avviene da centinaia di anni.

D - Eppure non se ne sente parlare, dove la si può trovare in Italia?
R – Succede che mentre l’ADA consiglia l’aspartame ai diabetici, l’SCF, il Comitato scientifico per gli alimenti, nel 2000 consiglia alla Commissione Europea di non inserire né la pianta né gli estratti secchi di Stevia nel mercato comunitario come alimento o semplice ingrediente. Forse l’unica cosa che manca a questa pianta è il brevetto?....

Fonti principali: La Leva di Archimede, Nexus n.3/4, www.disinformazione.it e consultare link allegati all'articolo.


(09/01/2006) - SCRIVI ALL'AUTORE


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