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Luogo deputato al deposito dei POP, tra cui anche i policlorobifenili, è il tessuto adiposo degli organismi, in cui gli elementi tossici si accumulano, creando gravi danni al sistema immunitario e riproduttivo.

Veicoli alimentari d’eccellenza di diossine e PCB, nel contesto della dieta media Europea (I-TEQs), sembrano essere prima di tutto il latte e i latticini (in percentuali variabili dal 16 al 39%), quindi la carne e suoi derivati (6-32%), infine il pesce, in particolare il nasello, la triglia, la sardina, il polpo, lo scampo, la spigola, l’orata e il pesce spada tirrenico (11-63%). Ortaggi, frutta e cereali contribuiscono all’ingerimento delle suddette sostanze solo per circa il 6-26 %.

I pesticidi, nell’ambito alimentare, sappiamo essere al primo posto tra le cause di intossicazione, e anche se prodotti come il DDT, persistenti nell’ambiente, sono stati banditi nei Paesi occidentali, sono ancora pienamente utilizzati in Paesi in via di sviluppo, motivo per cui nessuno, neppure in Italia, può scampare ad eventuale contaminazione.

Troppo spesso, inoltre, viene trascurato il fatto che anche qualora le concentrazioni riscontrate in tali prodotti di sostanze pericolose fossero nella norma, non è attualmente possibile valutare gli effetti della combinazione di centinaia di elementi tossici, i quali a loro volta possono avere meccanismi di azione comuni, dando forma, così, a fenomeni di sinergismo e alla moltiplicazione dell’effetto tossico.

Forse, per noi, è più facile evitare la contaminazione casalinga dei cibi. E’ stato, infatti, confermato da uno studio effettuato nel 2002 che un semplice gesto, per molti quotidiano, come riscaldare e cuocere un pranzo veloce nel forno a microonde, può essere molto pericoloso per la salute del nostro organismo. Il contenitore, infatti, può raggiungere temperature superiori a 180°C dopo solo 5 minuti di riscaldamento, rilasciando nell’alimento contenuto sostanze tossiche di ogni genere, tra cui composti quali metilbenzene, etilbenzene, 1-octene, xilene, stirene e 1,4 diclorobenzene, i più utilizzati nella produzione dei contenitori per alimenti oggi in commercio.

Nell’attesa che l’Unione europea, riconoscendo l’inesistenza fin ad ora di una vera a propria “politica chimica” e l’inefficacia della legislazione attuale in materia, dia l’attesa forma, rafforzandolo, al nuovo progetto di regolamentazione conosciuto come REACH (Registrazione, Valutazione ed Autorizzazione delle sostanze chimiche), noi consumatori possiamo fare qualcosa già a partire da questo momento.

Fondamentale, innanzitutto, è conoscere, informarsi ed essere consapevoli di ciò che acquistiamo e portiamo nelle nostre case, siano giocattoli, mobili, utensili da cucina o prodotti alimentari, in modo da limitare i danni che arrivano dall’”esterno”. Quindi possiamo agire direttamente in modo positivo sul nostro organismo attraverso un’alimentazione sana. Ridurre, ad esempio, l’assunzione di cibi di origine animale, nel cui grasso si accumulano molte sostanze cancerogene, aumentando l’apporto di verdura, la quale contiene molti antiossidanti, e di carboidrati – che dovrebbero rappresentare più del 50% delle calorie totali quotidiane– con preferenza per gli alimenti integrali.

Un’alimentazione regolata sulla base di tali conoscenze ci protegge non solo dalle sostanze tossiche con cui ogni giorno entriamo in contatto, ma anche da eventuali malattie cardiovascolari, che l’OMS ha indicato come principale causa di mortalità nei Pesi occidentali.


Fonte principale: WWF – Campagna Svelénati - www.wwf.it


(07/11/2005) - SCRIVI ALL'AUTORE


Prendersi cura del proprio corpo è benessere

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