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LE RAGIONI DELL’ARAGOSTA
TITOLO ORIGINALE: Le ragioni dell’aragosta
REGIA: Sabina Guzzanti
CON: Sabina Guzzanti,Cinzia Leone, Pierfrancesco Loche, Stefano Masciarelli,Francesca Reggiani
Italia 2007
DURATA: 100’
GENERE: Documentario - Commedia
VOTO: 7,5

Valerio Coladonato

Nel mare della Sardegna occidentale le aragoste diminuiscono di anno in anno, mettendo a rischio il lavoro dei pescatori della zona. E' questo l'insolito pretesto per cui Sabina Guzzanti decide di mettere in scena uno spettacolo teatrale, con cui sensibilizzare gli abitanti del luogo. Il progetto è scapestrato, e anche la compagnia di cui la Guzzanti si circonda dimostra di avere qualche problema di coesione.

Attorno a lei, infatti, si riuniscono tutti i protagonisti della trasmissione televisiva "Avanzi" (tra i quali Francesca Reggiani, Stefano Masciarelli, Cinzia Leone, Antonello Fassari). Il vero obiettivo di Sabina, che si fa in quattro per far fronte alle varie crisi personali degli attori coinvolti, è quello di restituire fiducia a Pierfrancesco Loche, attore comico una volta compagno di avventure, ma che da lungo tempo ha abbandonato le scene per ritirarsi nel villaggio sardo dall'evocativo nome di Su Pallosu.

Sabina Guzzanti dimostra con questo suo seconda fatica cinematografica di aver acquisito dimestichezza col linguaggio del grande schermo. Ancora una volta fa da padrona di casa, guidandoci in un interessante percorso "dietro le quinte" della preparazione di uno spettacolo teatrale, ma anche in una riflessione a posteriori sulla satira in televisione negli anni '90.

Il film fa fatica a rientrare in una definizione precisa: documentario? docu-fiction? satira? Con una tale concentrazione di talento comico, ovviamente, le risate non mancano. C'è un po' di ciascuno di questi elementi nell'intreccio; l'aspetto più forte, però (e qui sta la grande novità rispetto a “Viva Zapatero!”), è il racconto privato di ognuno dei comici coinvolti nell'avventura sarda. A distanza di anni da una forte esperienza come "Avanzi", i colleghi si ritrovano dopo aver percorso strade personali ed artistiche assai diverse. E per molti di loro il confronto col passato è impegnativo e difficile.

Anche se con un'invadenza forse eccessiva, la Guzzanti racconta con profondità il lato intimo dei suoi colleghi. Il film risulta a volte discontinuo, ma è in generale molto godibile e contiene spunti di riflessione interessanti. A conti fatti, è un esempio della vitalità del documentario, genere troppo poco presente nelle sale cinematografiche italiane.



(26/09/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


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