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Invece Grillo e Internet hanno saputo metterla assieme, fornirle una struttura dove dialogare e organizzarsi intorno a valori comuni. Questo è il cerchio che il comico è riuscito a far quadrare. Ed è questo che mette ansia al sistema. E allo stesso tempo, che Grillo e le persone che parlano con lui e attraverso lui, si confrontino da tempo su ambiente, salute, tecnologie, legalità, lavoro, pezzi di vita vera. Questo è il miglior Grillo, che capisce come gira il mondo, sa come organizzarsi e, lungi dal gettarsi in una campagna solitaria e facilona, ha ottenuto appoggi e consulenze da giornalisti (Travaglio, Gabanelli, ma anche Iacona, Spinelli e Sartori se ne sono occupati con interesse), scienziati, economisti, organizzazioni.

Attenzione, Grillo non è un messia, non ha sempre ragione, non sceglie sempre i toni giusti, e forse gode persino del successo che sta avendo. E su questi aspetti è facile la critica. Pensino, i critici di Grillo e del grillismo, che persino fra chi lo ascolta c’è chi pensa, e non condivide sempre e comunque ciò che il comico propone, per forma e contenuti. La battuta di ieri a Codroipo, o il Prodi-Alzheimer, per esempio, sono probabilmente eccessivi. E non tanto per la loro pericolosità, o per la qualità delle battute, in questi casi non raffinatissime. E’ però una questione di opportunità. Prima dell’otto settembre Grillo non esisteva perché in tv e sui giornali non si vedeva. Ora, invece, ogni volta che il comico scivola su qualcosa, anche di non serio, finisce in prima pagina, con determinati titoli e fotografie. Dopo il V-Day Grillo ha una nuova responsabilità.

Certo, chi lo chiama a forza in politica sbaglia: Grillo non diventerà un politico, si trova molto meglio come comico della resistenza, come osservatore esterno critico e arrabbiato. Ed è proprio per questo che i politici lo “invocano” nella loro arena: per normalizzarlo, per comprenderlo e combatterlo meglio, per riassorbire una scheggia che dall’esterno sa come incidere il sistema. Allora continui a fare il comico, a urlare e sfottere, ma con la consapevolezza della nuova e vischiosa visibilità che ha acquisito. Il Rambo dell’invettiva provi a usare di più il fioretto e meno le granate per combattere le sue battaglie, spesso sacrosante.

Sarà più facile, così, che arrivi davvero quella ventata che ripulirà un po’ la palude della casta. E sarà più complicato schivare i contenuti forti di Grillo e di tanti cittadini, a partire dalla legge d’iniziativa popolare, ineccepibile nell’ispirazione, discutibile nei singoli punti, e che ora, infatti, dovrà essere discussa in parlamento. Tra l’anima del fustigatore iracondo, strumentalizzata dai media e dai politici, e quella del sagace mobilitatore, i cui argomenti hanno un peso specifico inequivocabile, cerchi un equilibrio. Che continui a dare risonanza alla voce di cittadini stanchi da decenni.



(21/09/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


Amare l'arte è benessere

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