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PIANO SOLO
TITOLO ORIGINALE: Piano, solo
REGIA: Riccardo Milani
CON: Kim Rossi Stewart, Jasmine Trinca, Paola Cortellesi, Sandra Ceccarelli, Michele Placido
IT 2007
DURATA: 104 min.
GENERE: drammatico
VOTO: 5
DATA DI USCITA: 21 settembre 2007

Livia Bidoli

Un film sulla breve vita del pianista jazz Luca Flores, tratto dal libro scritto da Veltroni, Il disco del mondo. Vita breve di Luca Flores, un musicista. Morto suicida a nemmeno quarant’anni nel 1995, Flores ha suonato con i grandi del jazz, da Chet Baker a Lee Konitz.

La vita drammaticamente vissuta da Luca Flores viene dipinta senza ritmo nel film di Milani, regista di Il posto dell’anima nel 2003 e di tanti documentari e fiction televisivi. Il ritmo è invece, per la musica, la base di qualsiasi spartito, non esiste composizione a prescindere. Un musicista che suona free jazz (ma non solo), la più libera e cerebrale tra le varianti del jazz, ascolta un ritmo ancora più libero e veloce di altri, anche quando suona lento, ed è quasi una contraddizione dirlo.

La storia ruota intorno alla prima morte traumatica per Luca, quella della madre, in un incidente stradale con lui e la sorella Barbara, interpretata da Paola Cortellesi. La madre di Luca è l’attrice Sandra Ceccarelli, il padre è interpretato da Placido che sembra una pantomima di sé stesso. Luca Flores, particolarmente somigliante, è Kim Rossi Stewart. Le parti più notevoli dell’intera pellicola sono i brani musicali con al pianoforte Stefano Bollani, stella internazionale insieme a Maurizio Urbani, che interpreta nel film il fratello Massimo, sassofonista eccellente, anche lui finito tragicamente per droga.

Su questo tappeto di suoni che si spinge da Rachmaninoff a Miriam Makeba, intessuto dai brani di Flores stesso, la scarna sceneggiatura rappresenta con le immagini l’assenza più totale. Claudio Piersanti e Ivan Cotroneo, insieme a Petraglia e Milani stesso, hanno scritto parti del tutto simili per ogni personaggio. Sebbene il materiale non mancasse, più che dal libro, altro prodotto confezionato e pubblicitario, dalla vita stessa di un artista che, come Chet Baker è passato attraverso crisi assolute. Ed allora tutta la storia di Luca perde forza, lo stesso Kim Rossi Stewart ammutolisce dietro battute secche e senza senso, con picchi di crudezza affatto gratuiti.

Si presagisce quindi lo scopo del film come emolumento ad una profondità che è soltanto stata sfiorata, mancando di quella leggerezza che Calvino ha insegnato essere il valore della verità più autentica.



(20/09/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


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