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SONATA A KREUTZER
Beethoven e Tolstoj: al Filodrammatici va in scena la riduzione teatrale di «Sonata a Kreutzer» in prima nazionale fino al 31 maggio.

Damiano Cristilli

Un uomo entra in una casa disabitata da tempo. Sembra esausto, disperato. Finalmente trova quel che cercava: il diario in cui ha registrato le vicende del suo matrimonio. Dall’inizio alla tragica fine.

Tra i teli neri riecheggiano ancora le note della sonata di Beethoven che la moglie eseguiva al piano in compagnia di un violinista... Il ricordo di quella musica lo induce a rileggere il diario".

Pubblicata nel 1891 dopo numerose revisioni, la Sonata a Kreutzer è tra le opere più significative dell'ultimo Tolstoj. Dura requisitoria contro le ipocrisie nascoste della vita coniugale, racconto quasi dostoevskiano per la ricerca delle motivazioni più oscure dei gesti umani, si presenta come la testimonianza spietata di una storia che potrebbe essere vera.

È la storia di un adulterio, costruita per formulare un atto d'accusa contro l'educazione sessuale del tempo. Un uomo di nome Pozdnysev confessa la propria colpa. Ricorda di aver presentato alla moglie un avventuriero, gran seduttore e abile musicista, dando così inizio a un gioco che si rivelerà tragicamente beffardo.

Perché la musica "ha un'azione terribile, orrenda: tutti sanno che nel nostro ambiente attraverso la musica avviene la maggior parte degli adulteri".

Sempre più insospettito dall'affiatamento dei due, Pozdnysev accantona ogni dubbio quando li sente eseguire in perfetta sintonia la Sonata a Kreutzer di Beethoven.

Composta quasi completamente all'inizio del 1803, non propone un semplice rapporto dialettico tra i due strumenti, ma un drammatico corpo a corpo che scatena tensioni fino ad allora sconosciute nelle composizioni cameristiche; tanto da far scrivere a Tolstoj: "è una cosa terribile, quella sonata, specialmente il primo Presto. Si può forse suonarlo in un salotto, in mezzo a dame in abiti scollati, e poi applaudire, mangiare un gelato e parlare dell'ultimo pettegolezzo?". La difficoltà esecutiva è tale che il violinista Kreutzer, al quale Beethoven l'aveva dedicata, non volle mai eseguirla in pubblico.

L’uomo in scena è Giancarlo Dettori, unico interprete, accompagnato da Vicky Schaetzinger al pianoforte e Piercarlo Sacco al violino, dello spettacolo in prima nazionale al Filodrammatici. Una lettura drammatica in cui l’attore trasferisce l’universalità del tema della gelosia, sentimento devastante ieri come oggi., afferma Dettori.

I momenti migliori del racconto sono quelli dedicati alla spietata analisi del rapporto tra i due coniugi, che si trascina stancamente, sorretto dal solo legame dei sensi.

E ieri come oggi questo romanzo breve, pubblicato nel 1891, resta paradigma della sfida tra due mondi inconciliabili che spinge un marito a far incontrare la moglie con un musicista seduttore e quindi ad ucciderla, per un tradimento forse mai avvenuto.

In questo trio per voce, pianoforte e violino vengono messe a nudo le debolezze e i riti dell'amore e della famiglia borghese. Le parole di Tolstoj e la musica di Beethoven. Scritta con cattiveria, come ebbe a dire Sonja Tolstoj, la Sonata a Kreutzer rimane un invito spregiudicato a riflettere sulla morale, le grandi passioni e i loro effetti.


«Sonata a Kreutzer», Teatro Filodrammatici, dal 10 al 31 maggio. Ore 21, merc. ore 19.30, dom. ore 16, v. Filodrammatici 1, tel. 02.86.93.659



(15/05/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


Amare l'arte è benessere

  
  
 
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