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IL MERCATO DELLE DONNE
NELLA SPERANZA CHE SIA SOLO TELEVISIONE

Mostra tutte le carenze di chi la pensa ed è una brutta televisione che promuove un’idea molto parziale del futuro femminile.

Daniela Mazzoli

Meno male che la tv non è una cosa vera e tutto quel che trasmette è come un gioco, un racconto che somiglia qualche volta alla realtà, ma non è detto. Perché altrimenti bisognerebbe credere che i rapporti tra mamme e figli, tra nuora e suocera, tra uomini e donne, sia proprio come ce lo raccontano due reality non molto visti, ma abbastanza discussi come ‘La sposa perfetta’ e ‘Uno, due, tre…stalla’.

Guarda caso, in entrambi i programmi quelle ‘sotto torchio’ esposte ad esami, allo scrutinio severo di maschi contadini e mamme molto preparate in economia domestica e poco in tutto il resto sono le donne, le ragazze. Insomma, siamo alle solite. Non dico tanto: ma perché non si è pensato ai papà con le loro figlie a scegliere il principe azzurro, oppure a delle maestre d’asilo che insegnano a giovani modelli come si sta tutto il giorno col pargoletto di pochi mesi? Così, giusto per avere un’idea meno scontata e soprattutto meno discriminatoria.

Ogni volta che le vedo scendere quelle scale, con le gambe piene di olio per mettere in risalto le gambe, che si sforzano di piacere a quelle arpie, di dire la cosa corretta, di non sembrare troppo brillanti ma piuttosto mansuete, disposte ad imparare un nuovo trucco per piacere a quegli smidollati mammo-dipendenti mi viene un’ulcera. Sono giovani, sono studenti, hanno fatto e visto già molte più cose di quante ne possano in realtà raccontare, eppure fingono, si sottomettono, tentano di entrare in un personaggio che è troppo stretto per loro, un paio di taglie almeno.

Ricordo la prima puntata in cui mamma Teresa come prima e unica domanda alla candidata di turno aveva chiesto se le piaceva ‘lavare i vetri’! Aveva usato proprio il verbo ‘piacere’. Dopo un secondo di imbarazzo, in cui la ragazza stava forse valutando se era meno rischioso farsi eliminare subito o essere portata via dalla neuro, la risposta era stata banalmente ‘sì, certo che mi piace lavare i vetri’.

Per sposare quel gran pezzo di ragazzo che è il figliolo della signora si rendeva necessario saper ben pulire i vetri di casa. E provare anche un certo gusto a strofinare su e giù – olio di gomito, come si diceva una volta - fino a non poter più distinguere la differenza tra superficie e paesaggio. Allora, presa da un fantasma interiore che non avevo mai visto prima, mi sono lanciata sul telefono per accertarmi che mia suocera stesse vedendo in quel momento il programma e poter verificare che in televisione è tutto finto, è come un gioco. ‘Una cosa medievale’, ha commentato mamma Elisa, graziosa, forte, discreta. Brava! Una parola sola, meglio di Aldo Grasso.




  
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