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CENTOCHIODI
TITOLO: Centochiodi
REGIA: Ermanno Olmi
CON: Raz Degan, Luna Bendandi, Amina Syed, Michele Zattera, Damiano Scaini
ITALIA 2007
DURATA: 92 minuti
GENERE: Drammatico
VOTO: 7
DATA DI USCITA: 30/03/2007

Giancarlo Simone Destrero

Un giovane professore di filosofia abbandona la sua cattedra ed il mondo accademico per rifugiarsi lungo le rive del Po, in un luogo tranquillo e lontano dai ritmi cittadini dai quali proviene. Prima della fuga, l’uomo ha commesso, però un anomalo reato, per il quale è ricercato dai carabinieri; egli ha inchiodato degli antichi libri sui tavoli e sul pavimento della biblioteca dove lavorava. Intanto, dopo aver ristrutturato le rovine di un’antica casa sugli argini del fiume, l’uomo rimane ad abitare quel posto e comincia a stringere delle relazioni con una ristretta cerchia di individui locali.

C’è una stratificazione di indignazioni e di rabbia dietro le immagini di questo bel film di Ermanno Olmi. Dei moventi che riescono ad essere metabolizzati e sublimati nel recupero, quasi apologetico, di una dimensione tellurica. Fortissima traspare dalle sequenza dell’opera la contrapposizione tra la nostalgia della dimensione naturale e le aberrazioni culturali, amanuensi e dogmatiche, che non hanno mai salvato il mondo. Un cinema di ribellione che riesce ad evitare i teoremi orali della militanza filmata rimanendo legato al linguaggio delle immagini. Delle idee visive, appunto. Fortissima l’idea originaria del film, che è la scaturigine sostanziale dello spessore del protagonista. Un moderno Cristo che rinasce a nuova vita, o semplicemente abbandona l’ipocrita società moderna, dopo aver crocifisso un dogma che si ferma nelle pagine scritte e non può vivere nella carne di un uomo, anche se quell’uomo è il presunto salvatore dell’umanità.

Ma un presunto salvatore dal quale l’istituzione cristiana in terra, la chiesa cattolica, si è sempre allontanata cercando di dipingere Dio a sua somiglianza. Questo film, a cavallo delle festività pasquali e rispetto alle arretrate controversie sociali contingenti, è certamente un bel punto di rottura. Uno strappo forte rispetto alla sterilità di qualunque altra genuflessa critica, garbatamente moderata, nei confronti del vergognoso e infame attaccamento al potere temporale delle gerarchie ecclesiastiche. Un’avida volontà di potere manifestata, in questi giorni, coi richiami all’ordine oscurantista, nell’ambito della legge sulle unioni di fatto.

Nel film di Olmi, difatti, è un vescovo ad aver perso di vista il contatto col reale, e con lo spirituale, e ad essere bramosamente attaccato alla collezione di antichi libri, antiche pagine, che egli considera suoi fedeli amici ed alleati. Una stortura assoluta con quello che dovrebbe essere il messaggio cristiano, che vede al centro dei suoi interessi la vita umana, la dedizione attiva verso di essa e non verso i suoi derivati materialil. E’ così l’idea-immagine del film, già così forte icasticamente, diventa ancor più eloquente rendendoci nelle coscienze uno straordinario contrappasso. Gli arcaici chiodi colpevoli un tempo di aver trafitto la verità umana, questa volta vengono utilizzati da colui che potrebbe essere una sorta di odierno Cristo per inchiodare delle menzogne, come obbligo morale.

Una moralità che si è assolutamente persa nel suo trasformarsi in conveniente consuetudine di profitto. Non a caso il protagonista, che è un professore di filosofia, abbandona la sua quotidianità e si congeda dai suoi studenti dopo aver loro citato la riflessione di Karl Jaspers sulla spiritualità intesa oggi, anche lei, come forma di profitto. La prima parte del film ha dei momenti bellissimi. Si racconta il brusco distacco tra lo studio della spiritualità e la spiritualità praticata, tra la teoria di un assoluto e il vissuto di quell’assoluto. Alcune sequenze dell’arrivo al fiume e dell’insediamento sui suoi argini sono incantevoli. Olmi prova a trascendere la mera narrazione filmica. Meno riuscita la seconda parte del film, dove la suggestione icastica dell’inizio viene meno e la storia si banalizza un pochino nelle allusioni cristologiche.





(05/04/2007) - SCRIVI ALL'AUTORE


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