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DOVE E' FINITO IL VARIETA'? LA TV "TIRA - PACCHI"
Il giochino dei pacchi assume con la prima serata il ruolo del varietà... che non gli compete!
Per tornare ad essere grande la RAI ha sentito la necessità di rispolverare Portobello, del grande Enzo Tortora, tra i programmi più seguiti della radiotelevisione italiana. Ci si aspetta molto da questo cult del nuovo millennio.

Andrea Cacia

È di pochi giorni fa la notizia che Raiuno ha deciso di riportare in auge la trasmissione cult Portobello, condotta da Enzo Tortora dal 1977 al 1983 e dal 1987 al 1988, dopo un’ interruzione dovuta all’ accusa di collusione con la camorra mossa allo stesso conduttore.
Andava in onda dagli studi della Fiera di Milano, gli stessi dove anni prima veniva realizzato Lascia o Raddoppia, il mitico quiz di Mike Bongiorno andato in onda negli anni 50.
“Finalmente una delle poche buone nuove nel panorama televisivo degli anni 2000!” , diranno i nostalgici.
Questo perché la televisione, negli ultimi anni,è decaduta con le sue trasmissioni fatte di pacchi e di busti mascherati da pacchi: le vediamo sia su Raiuno (Affari Tuoi) sia su Canale 5 (Fattore C), addirittura (e per fortuna raramente!) in prima serata, assurte a spettacoli di varietà, missione decisamente velleitaria.

Come si possono definire varietà questi giochini?
Qualcuno potrebbe dire che fanno divertire (qualche sketch nella trasmissione di Bonolis può apparire tale), ma in realtà c’è poco da divertirsi. Semmai c’è da dissentire sul modo in cui i concorrenti vincono i soldi: non per cultura o merito come a Lascia o Raddoppia. Qui, in questo giochino dei pacchi, invece, la vincita la si deve al caso… Probabilmente i giocatori vincono per audience, perché “stranamente” i premi più alti rimangono tra le loro opportunità fino alla fine della puntata.

Lo spettatore poi, quando non si imbatte su Affari Tuoi e simili, nella migliore delle ipotesi è costretto a sorbirsi un surrogato del varietà, condotto da cantanti (Massimo Ranieri, Gianni Morandi) che poco si addicono al conduttore anchorman.

Questi devono intrattenere il pubblico per quasi 4 ore, compito che non sembra facile per chi presentatore non è; lo conferma la famosa scena in cui Morandi in prima serata si mostra in mutande per alzare gli ascolti del suo varietà Uno di noi (Raiuno 2002).
È questo il varietà? Un programma in cui spesso e volentieri il conduttore canta, e del resto cos’altro potrebbe fare un cantante conduttore... Se questo dev’essere il varietà, non è forse il caso di mettere alla conduzione presentatori veri, che hanno sempre condotto, evitando quelle commistioni di ruoli poco proficue?

Portobello non è un varietà, ma ne ha ispirati diversi: la rubrica fissa Dove sei, anticipatrice di “Chi l’ha visto” e “Carramba che sorpresa”, quella intitolata Fiori d’arancio, madre di Agenzia Matrimoniale condotto da Marta Flavi, in onda su Canale 5, passando poi a Rete 4 dall’89 al ’95, a cui si deve aggiungere il varietà di Paolo Bonolis “I Cervelloni”, nella quale gli inventori portavano in video le loro creazioni.

Tanti varietà in un’unica trasmissione che, al venerdì, diventava mercatino nel quale si esponevano i brevetti e le invenzioni di artigiani o di gente comune, a volte un po’ bizzarra. Gli acquisti si facevano telefonando alle centraliniste. Tra queste spiccano i nomi di Gabriella Carlucci, Eleonora Brigliadori e di Susanna Messaggio. A volte in cabina entrava lo stesso artigiano per ricevere l’offerta telefonica.

Il programma esprimeva un’Italia operosa, creativa e geniale, e aveva un valore etico: dietro un’invenzione o un oggetto c’era la storia del suo possessore, a volte molto difficile e travagliata dal punto di vista economico, tanto da arrivare a vendere anche oggetti di famiglia dall’alto valore affettivo.

Appare quindi buona la scelta di ripresentare Portobello che rappresenta un’innovazione nella tradizione. Infatti difficilmente potremo rivedere lo stesso format, anche se c’è da scommettere che gli ideatori della trasmissione cercheranno il successo di un tempo, pur inserendo delle novità. Così la tv degli anni passati può tornare a essere protagonista perchè, riprendendo un concetto vichiano, “una volta toccato il fondo ciclicamente si ritorna ad essere grandi”.



(18/12/2006) - SCRIVI ALL'AUTORE


Capire, criticare, divertirsi, non assuefarsi è benessere

  
  
 
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