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GENTE DEL WYOMING
DAL LIBRO IL FILM

ANNIE PROULX

Un romanzo tagliente, figlio di una sensibilità che nutre nel profondo, che dalle viscere calde della terra si sviluppa e poi silenzioso, come il fruscio dell’acqua, prende forma.

Emanuela Graziani

I Segreti di Brokeback Mountain è il titolo del romanzo da cui è stato tratto il film diretto da Ang Lee, vincitore del Leone d’Oro alla Mostra di Venezia e di ben tre premi Oscar all’ultima edizione degli Academy Awards.
Un film difficile, impegnato, che analizza in profondità l’elemento sessuale nella vita quotidiana e che dona dignità e pudore al “peccato”.

Il romanzo di Anne Proulx è composto da meno di settanta pagine in tutto. Attraverso una scrittura sintetica ma altamente poetica, che si innesta indisturbata nell’anima del lettore alla ricerca della sua natura instabile e contorta, racconta la storia di passione erotica e di pulsione amorosa tra Jack Twist, giovane dai capelli ondulati e dal sorriso sporgente, e l’introverso Ennis del Mar, due ragazzi del Montana, due rudi cowboy, abituati al lavoro duro e alle privazioni.
La nascita graduale della passione amorosa tra i due personaggi è scandita dal conflitto della “proibizione”, un conflitto destinato alla rigidità sessuale dell’America del nord e ai suoi artificiali ruoli.

Nella lettura del romanzo si ha l’impressione di provare quella stessa scossa rovente che attraversa il corpo di Ennis ogniqualvolta Jack, il suo amico, è nelle vicinanze e “..quel che Jack ricordava e rimpiangeva con un’intensità che non poteva soffocare né capire era la volta che, in quella lontana estate sulla Brokeback, Ennis gli era andato alle spalle, attirandolo a sé, e il silenzioso abbraccio che placava una sete condivisa e assessuata. Erano rimasti così per un pezzo davanti al fuoco, le fiamme che lanciavano sprazzi rossastri di luce e l’ombra dei loro corpi che era un’unica colonna sulla roccia.

Quando il libro uscì alcuni anni fa fu un autentico caso letterario, rappresentò infatti un squarcio di enormi dimensioni nell’eredità della tradizione narrativa nordamericana, un romanzo capace di svelare in profondità la nudità delle pulsioni umane e la loro stretta correlazione con la natura delle cose. Un libro che coinvolge e che sconvolge, che dona pace e logora l’anima, che suscita e che reprime, che libera e soffoca il respiro; quel respiro spezzato dall’odore incisivo del tabacco sulla pelle umida e sfiorata da una mano timida e tremante.

La sconfinata bellezza del romanzo è espressa in queste poche pagine ed è racchiusa, forse per la prima volta nella letteratura, nell’istinto sessuale in sé, nella rude, spiccia ma quanto mai sincera passione, quella che trascina l’uomo al di là delle concezioni di tempo e spazio, al di là del proprio volere e ti lascia in balia del fato. Un romanzo che nella sua straordinaria lucidità rappresenta un modo nuovo di vedere e sentire il mondo, che non vuole condannare o giudicare, ma che vuole essere un momento di riflessione sull’instabilità dell’esistenza umana, che si avvale del sostegno della complessità che ci forma.

…e le bocche si unirono, e loro ancora avvinti, petto, inguine, cosce, gambe ad aderire, montandosi reciprocamente sui piedi fino a che si lasciarono per respirare ed Ennis, poco portato alle tenerezze, disse quello che diceva ai cavalli e alle figlie: Piccolo mio”. Qui e più che mai vi è bellezza.


Baldini Castaldi Dalai. S.p.a. – Milano, 2 edizione, 1998
Editori dal 1897



(18/04/2006) - SCRIVI ALL'AUTORE


Amare l'arte è benessere

  
  
 
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