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LA DAMIGELLA D'ONORE
TITOLO ORIGINALE: La demoiselle d’honneur
REGIA: Claude Chabrol
CON: Bnoit Magimel, Laura Smet,
FRANCIA 2004
DURATA: 111 minuti
GENERE: noir sentimentale
VOTO: 6,5

Lorenzo Corvino

Philippe è un giovane intraprendente dalla carriera brillante e promettente, vive ancora con la madre che fa la parrucchiera a domicilio e le due sorelle minori. Una di loro si sposa e durante la cerimonia Philippe rimane folgorato da una delle damigelle d’onore. L’attrazione è reciproca e tra i due lei è quella a cui piace dominare psicologicamente il partner. Questa dipendenza porterà Philippe a non riuscire ad avere il perfetto controllo degli eventi che gli accadono intorno.

La trama del film prende al principio una direzione che presto si rivelerà agli occhi degli spettatori quasi del tutto spiazzante. Questa soluzione narrativa è tipica di quelle storie che sono tratte da romanzi, come d’altronde accade in questo caso, in cui spesso più che incentrare il discorso letterario su un singolo intreccio si preferisce approfondire i caratteri dei personaggi e con essi anche l’atmosfera. In questo film gli eventi si snodano lungo un breve periodo intorno a qualche quartiere cittadino di periferia borghese, mentre fuori dominano i colori autunnali di cieli bianchi e uggiosi.

Il film tarda più del solito a portare lo spettatore nel cuore della vicenda principale. Una scelta astuta da parte di Chabrol: così facendo, infatti, inserisce doversi elementi eterogenei, e, mentre ci fa conoscere meglio il protagonista e i comprimari, ci presenta molteplici vie attraverso cui snodare l’intreccio. Ma quella che, infine, il regista sceglie di raccontare – e a quel punto lo farà senza un attimo di respiro – è di fatto la meno prevedibile.

Questo giustifica la lunghezza del film, che sfiora le due ore. Una volta che lo spettatore si è affezionato al bravo ragazzo Philippe, non può non sentire e condividere i suoi stessi timori, non può non patire con lui le circostanze cariche di tensione e di suspance che riempiono quasi completamente tutta la seconda parte del film.

Sebbene quest’ultima opera sia meno affascinante delle sue ultime prove registiche, quali Grazie per la cioccolata del 2000 (a tutti gli effetti uno dei suoi capolavori) e Il fiore del male del 2003, sempre con protagonista l’attore Benoit Magimel, che dopo il premio vinto per La pianista, al fianco di Isabelle Huppert, ha raggiunto una discreta notorietà continentale, Chabrol mostra sempre di saper gestire a meraviglia un set e quelle storie, che sebbene non siano di ferro nei contenuti, sono sempre molto calibrate sul piano dei sentimenti. Al punto che lo si può definire un vero maestro del noir sentimentale.

La coppia di attori protagonisti coinvolge e risulta molto credibile. Laura Smet, già vista in un altro ruolo di femme fatale nel film La donna di Gilles del 2004, riesce, poco più che ventenne, a sembrare una navigata seduttrice, dispensando fascino e sensualità. Lasciandosi trasportare dall’entusiasmo per questa promessa del cinema francese, verrebbe da paragonarla, per l’impronta che lascia sullo schermo, ad una delle nostre migliori attrici del secondo Novecento, che tanto ha lavorato in Francia, ossia Lea Massari.



(27/09/2005) - SCRIVI ALL'AUTORE


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