Le fasce orarie preferite dai giovani consumatori di Tv sono quelle dei pasti e del dopo cena, mentre diminuisce l’attenzione alla programmazione pomeridiana. La violenza è spesso presente in tali programmazioni, ma secondo molti ricercatori questa potrebbe avere una funzione di catarsi. Comunque il dibattito in proposito è troppo ampio e acceso per potere essere analizzato in questa sede.
Tra le emittenti televisive, Italia 1 monopolizza la quasi totalità del consumo giovanile (dai 4 ai 25-30 anni). Col passare degli anni e il passaggio da teenager ad adulti MTV si sostituisce gradualmente a Italia 1.
La visione individuale dei programmi risulta essere la modalità più diffusa. Inoltre, in caso di consumo familiare, nel 58,7% dei casi il telecomando pare essere saldamente in mano ai minori.
Col passare degli anni sembra diminuire il tempo dedicato al consumo televisivo, compensato da un arricchimento dei consumi culturali nella direzione di una più netta multimedialità del consumo stesso. Questo è dovuto anche alle maggiori possibilità di scelta che l’individuo con il passare degli anni conquista. Così alla televisione generalista si affiancano, oltre ad un maggiore e più consapevole utilizzo di Internet ed un crescente bisogno di ascolto musicale, le Tv tematiche (Sky e digitale terrestre).
Il successo di queste tra un pubblico giovanile è dovuto, oltre che ai film, specialmente alla diretta delle partite di calcio (spesso elemento di aggregazione intorno al tanto agognato decoder), e all’immancabile “reality”.
In sintesi, da questi dati emerge una popolazione giovanile molto più varia e composita di come venga abitualmente presentata dai mass media. I media danno quindi un’immagine sbagliata del consumo dei media.
Capire, criticare, divertirsi, non assuefarsi è benessere
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