LE COSE DELL'AMORE
UMBERTO GALIMBERTI


di Livia Bidoli
“Amore è follia”, afferma il Professor Galimberti ”é inquietudine, è lo sfondamento della soggettività, il collasso dell’io e della ragione e, come dice Platone, coincide con la follia”: l’ultimo capitolo del libro, “Amore e follia”, parte da questo assioma, riassumendo la posizione sull’amore di un filosofo contemporaneo che dedica gran parte dei suoi studi al concetto moderno di “anima”.

In questo piccolo libro suddiviso in capitoli ritroviamo argomentazioni sugli antichi concetti di psiche, ovvero di anima, e dei tà afrodisia, ovvero delle “cose dell’amore”, da cui il titolo.

Ogni capitolo affronta il rapporto che si dispiega tra amore, i suoi angeli e i suoi demoni, ovvero la gelosia, il tradimento, la trascendenza, la sessualità, la sacralità, il pudore e la seduzione, la solitudine e il denaro, l’odio e la perversione, l’immedesimazione e il linguaggio.

Dalla lettura si intende, però, che la relazione più stretta, quella fondamentale, è quella tra amore e follia, e infatti l’amore secondo Galimberti riporta l’uomo al caos originario, all’indifferenziato, perché dopo l’esperienza metamorfica dell’innamoramento, della passione dell’anima, l’io che riemerge non è più lo stesso.

Allo stesso tempo Amore è rinascita dalla morte, perché porta l’uomo a contatto con i propri demoni e “l’entusiasmo che genera è procurato dal dio che lo abita, éntheos, e non dall’uomo che lo prova perché è posseduto, katochoché, da un dio”.

Ecco la chiave di volta di questo studioso che pone la questione dell’amore in termini ontologici, sviluppando una teoria, partendo dalle radici greche dell’umana speculazione sul tema, da Socrate e Platone: “Amore è figlio di Pénia, povertà, ed essendo regolato dal desiderio, occupa lo spazio della mancanza e termina con il suo compimento, ma è anche generato da Póros, la via, il passaggio, ecco il motivo per cui può essere un tramite tra i demoni dell’altro ed i propri: si comporta come uno specchio, costruendo un varco per rendere attivo un rapporto radicale con noi stessi”.

L’amore, quindi, costruisce una nuova identità, che è quella autentica, perché è “endémonia”, ovvero è in accordo col proprio demone e, trascendendo il dato umano che è in lui, gli permette di incontrare l’irrazionale, la forza buia che lo conduce alla sacralità della conoscenza assoluta, all’“episteme”.

Umberto Galimberti
Le cose dell’amore”
Feltrinelli Super UE
Pagine 176 € 8
Uscita: ottobre 2004 (attuale 4° ristampa)


(08/02/2007)