RIVOMBROSA & C.
LA CRISI DELLE FICTION

Mediaset apre la nuova stagione televisiva con il sequel della fiction in costume Elisa di Rivombrosa. Reazioni contrastanti e pochi ascolti per un autunno tv all’insegna del cambiamento.
di Emanuela Graziani
Cattiva sorte per le fiction stile impero e neoclassiche. Così si disegna il destino delle opere in costume presentate in questo autunno dalle reti ammiraglie del piccolo schermo. I dati di ascolto non sollevano il morale: la prima puntata de La figlia di Elisa – Ritorno a Rivombrosa, il sequel del popolare romanzo tv con Vittoria Puccini e Alessandro Preziosi, va sotto i 4 milioni di telespettatori con circa il 17,2% di share deludendo le aspettative della casa di produzione. Stesso infausto destino anche per il colossal Guerra e Pace di casa Rai, la miniserie in quattro puntate realizzata da Lux Vide e altri sei prestigiosi patners europei come Francia, Germania, Austria, Polonia, Spagna e Inghilterra. Il capolavoro di Tolstoy ha deluso con un share di ascolto medio-basso che non ha conquistato il popolo televisivo, sempre più attento alle vicende contemporanee e ai temi sociali della società moderna.

La terza serie di Elisa di Rivombrosa ripropone la stessa campagna francese in Piemonte e lo stesso amore contrastato. I due nuovi innamorati sono Agnese e Andrea e i loro personaggi puntano a sostituire nei cuori del pubblico quello della dolce Elisa-Vittoria Puccini e quello dell’altrettanto adorato Fabrizio Restori-Alessandro Preziosi. Il ruolo della protagonista femminile è affidato alla bella e generosa Sarah Felberbaum, nuova icona dell’amore popolare e quello maschile al giovane ma promettente Giulio Berretti, 22 anni ed ex Freccia Nera. Nonostante la lunga assenza dal piccolo schermo (il secondo e ultimo capitolo di Elisa di Rivombrosa è apparso infatti nell’anno 2005) gli ascolti delle prime due puntate della fiction imperiale non hanno entusiasmato casa Mediaset la quale spera in un recupero successivo.

Il gusto televisivo degli italiani si accinge al cambiamento. L’attenzione imposta dai media al genere “neoclassico” non appassiona e la crisi delle fiction di settore impone una giusta valutazione. Dalle ultime statistiche lo spettatore moderno sembra preferire alle spade e ai corpetti ottocenteschi vicende contemporanee legate alla modernità, storie avvincenti e di attualità che possono raccontare le difficoltà della società di oggi. Fiction come La terza verità (andata in onda su RaiUno che narra la vicenda di un medico accusato di omicidio) e Gente di Mare 2 ( fiction di lunga serialità sempre dell’ammiraglia Rai) hanno registrato in queste settimane una crescita continuativa degli ascolti ed hanno saputo tenere incollato lo spettatore alla tv. “Puntare sulla qualità è l’obiettivo primario di Rai Fiction”, dichiara il direttore Agostino Saccà in una recente intervista.“La società moderna”, continua, “è in movimento e il prodotto televisivo di prime time deve seguirne il passo.” Niente più storie d’amore e duelli all’ultimo sangue, la televisione del futuro è quella dei problemi sociali e delle discriminazioni culturali.


(13/11/2007)