ALIMENTAZIONE IN GRAVIDANZA
CURARSI SIGNIFICA AMARE IL PROPRIO BAMBINO

Inutile nasconderlo: i chili di troppo sono, spesso, affrontati come un problema e diventano una vera e propria ossessione fino al parto. Il senso di impotenza verso il gonfiarsi del corpo in un’escalation graduale per nove mesi rende difficoltoso il rapporto con il proprio corpo. Diete drastiche possono solo danneggiare il bambino e non impedire l’aumento di peso. Eppure un segreto c’è…
di Azzurra De Paola
L’aumento di peso nella donna in gravidanza è naturale e non solo connesso alla fame frequente che la assale spesso nel corso di una giornata, bensì ad elementi del corpo che prima non c’erano e adesso fanno “pesare” la loro presenza: la placenta pesa circa 650 grammi, il liquido amniotico ne pesa 800, l’utero, ingrossando, arriva fino a 60 grammi e i liquidi che si accumulano a causa della ritenzione idrica sono due chili e mezzo. E il peso del bambino non lo vogliamo considerare? In media, sono 300 grammi. Ed ecco cinque - sei chili che come niente scompaiono dopo il parto.

Oltre a questi cinque chili, però, c’è anche un aumento di peso proprio della futura mamma dovuto non, come si credeva in passato, al fatto che la madre dovesse mangiare per due (sbagliatissimo!), ma al fatto che, com’è tipico dei neonati, anche il feto reclama spesso la sua dose di cibo quotidiana e in quei frangenti, di solito, la mamma è impreparata: mangia ciò che le capita, di fretta, scegliendo un cibo gustoso. Per evitare che questi chili inevitabili siano, alla fine della gravidanza, più di cinque – che sommati ai cinque sopraccitati fanno dieci – è necessario seguire un’alimentazione sana; questo non vuol dire abolire i grassi, che servono al bambino, e neppure saltare i pasti che non ha mai aiutato a dimagrire, ma solo ad avere più fame.

Seguire una dieta corretta significa mangiare poco e spesso, prendendo il ritmo del proprio bambino, per non rimanere mai senza energie e non eliminare nessun alimento in modo drastico poiché un’alimentazione scarsa o sbagliata provoca una riduzione nella produzione del latte che servirà per l’allattamento. La mamma, dopo il parto, perde circa mezzo chilo al mese espellendo, pian piano, tutti i residui di placenta e 700/800 ml di latte al giorno per il proprio bambino. Ma questo latte, indispensabile al nascituro, deve avere modo di formarsi ed è perciò sconsigliato ricorrere a diete drastiche, tanto c’è tutto il resto della vita per diventare magre come grissini, sarebbe controproducente volerlo proprio in gravidanza.

Per mantenersi comunque in forma e nutrirsi abbastanza per entrambi, mamma e bambino, ecco alcuni consigli alimentari da seguire in gravidanza.
Non devono mai mancare nell’alimentazione di una donna incinta i cereali: mangiare pane e pasta (in maniera moderata, è ovvio, non più di una volta al giorno) aiuta lo sviluppo del feto; bere almeno due litri di acqua al giorno (oppure assumerla attraverso minestre, frutta e verdura) non solo per eliminare i liquidi ritenuti che ci fanno sentire pesanti, ma anche perché il latte materno è formato per il 90% da acqua; eliminare caffé, cioccolata e alcolici perché sono degli eccitanti; stare attenti alle allergie alimentari che possono scatenare alimenti come fragole e crostacei.


Per quanto riguarda le vitamine, il fabbisogno giornaliero apportato dagli alimenti quasi mai è sufficiente per “sfamare due bocche” e sarà quindi necessario assumere delle vitamine in pastiglie – rigorosamente prescritte dal ginecologo, infatti in gravidanza più che in ogni altro momento della vita sono banditi i “fai-da-te” – che provvedano a sostenere la madre nell’affrontare la giornata e il piccolo nel suo sviluppo. In condizioni normali il fabbisogno di vitamine giornaliero è di 0,7 grammi per chilo di peso; in gravidanza il fabbisogno aumenta di 1 grammo per chilo. Alcune vitamine specifiche aiutano a combattere stati fisici della gravidanza: la vitamina B6, per esempio, aiuta a prevenire il vomito del primo trimestre, la vitamina B12 cura alcune forme di anemia e la vitamina B previene i crampi ed i formicolii.

Una dieta adeguata prevede un apporto calorico di 2800 calorie al giorno: al mattino, si potrebbe iniziare con un bicchiere di latte e due frutti; a metà mattina, un succo di frutta o uno yogurt; a pranzo, un piatto di pasta, un piatto di verdura, un uovo e 50 grammi di formaggio fresco non fermentato e 2 frutti; a metà pomeriggio, un bicchiere di latte con due biscotti; a cena, un piatto di carne o pesce poco conditi, un piatto di verdura o legumi, una fetta di pane e due frutti. Per le donne vegetariane, si potrà sostituire la carne ed il pesce con alimenti proteici come il seitan, la soia, il miglio, il tofu ed i legumi in generale.

Di certo, nell’alimentazione non può mancare l’apporto di acido folico, una sostanza di grande importanza per lo sviluppo del bambino e per prevenire talune malformazioni, quali la spina bifida; oltre che negli alimenti (lattuga, piselli, spinaci, asparagi, cavoli), l’acido folico deve essere integrato con delle compresse prescritte dal ginecologo e non deve mai mancare nella tabella nutritiva.

Non è necessario fare grandi rinunce ma curare noi stesse significa prenderci cura del bambino già prima che nasca senza ostacolarne la crescita e il suo sano sviluppo.


(25/07/2007)