GOCCE DI FELICITA' CON PATCH ADAMAS
Qualche settimana fa si è concluso il congresso europeo della Federazione italiana delle associazioni di psicoterapia, durante il quale ho avuto il piacere di partecipare ad una lezione magistrale tenuta da P. Adams. L’obiettivo della lezione teorica è stato ampiamente condito da una lezione di vita trasmessa proprio dal racconto delle esperienze che da più di trenta anni P. Adams vive in giro per il mondo con la sua equipe di medici-clown.
di Dott.ssa Maria Rosa Greco
Psicologo clinico e psicoterapeuta della Gestalt

“Fare il clown è l’esperienza più dolce della mia vita”. Ha esordito così Patch Adams nel suo intervento.

Sapendo di rivolgersi ad una platea di professionisti interessati alla trasformazione delle sofferenze interiori dell’essere umano, fa notare come non esista formazione terapeutica, tra le innumerevoli visitate da lui in vari paesi del mondo, che dedichi anche solo un’ora di lezione al tema dell’amore o della compassione, anche se esso è tra i più importanti per le persone.

Nella sua lettura della realtà terapeutica fino ad oggi sono stati fatti pochissimi sforzi per promuovere la salute mentale, in opposizione al sostegno di cure per affrontare la malattia mentale. Tra i motivi principali di tale orientamento preferenziale, vi è stato e vi è senz’altro l’enorme interesse economico delle case farmaceutiche che, proponendo cure, non hanno l’obiettivo, in realtà, di promuovere la salute ed il benessere.

Siamo, ad esempio, giunti alla follia di somministrare cure farmacologiche per prevenire la possibilità di ammalarsi, cioè “prendo l’ansiolitico perché un giorno potrei soffrire di attacchi d’ansia provocati dallo stress”, etc. Si tratta di un condizionamento mentale, che di per sé “educa alla possibilità di ammalarsi” piuttosto che alla certezza di poter stare bene.

Patch Adams ha invitato tutti quelli che lo ascoltavano al congresso ad utilizzare un esercizio quotidiano che rientra della sua filosofia di vita: porsi appena svegli l’intenzione di vivere la vita con felicità. Tale intenzionalità, come motore della vita stessa, porterà a sua volta a performance o azioni e a delle conseguenze. Un’azione provoca inevitabilmente una conseguenza, che all’inizio può non essere ancora quella desiderata, ma perché non provare e “scoprire l’effetto che fa”?!

In un mondo immerso nella causalità, in cui ognuno è “a causa di”, il salto proposto è passare al paradigma “scelgo una performance affinché”, che propone l’atteggiamento attivo di ritenersi responsabili di se stessi e della propria vita.

Se, ogni giorno, ogni persona si ponesse l’obiettivo di vivere felicemente, si accorgerebbe di essere pienamente impegnata a soddisfare questa intenzione in ogni istante della giornata e che non avrebbe più tempo per star male!

“Io sono riuscito ad attuare ciò, per questo sono felice ogni giorno” – afferma il medico clown più famoso al mondo.

La sua battaglia entusiasmante è creare una strategia di amore verso la vita che possa essere condivisa da sempre più persone. Obiettivo arduo, ma perché non sperimentarlo: amare è divertente, alleggerisce il cuore e previene naturalmente tutta una serie di malattie legate, ad esempio al rancore, all’odio, all’invidia, alla rivalità, al rimuginare interiore e ai blocchi emozionali.

Ritengo che la sua sia una prospettiva di intervento molto interessante, e se già state pensando che è utopistico seguirla, vi suggerisco e trasmetto un’altra espressione usata da Patch nella sua lezione: “la creatività è uno stato di intossicazione tra i migliori”…buona intossicazione a tutti!


(10/07/2007)