COME SOPRAVVIVERE AL RITORNO AL LAVORO. ISTRUZIONI PER L’USO
Ormai sono rientrati tutti. Anche quelli che hanno resistito fino a settembre per godersi le ferie estive sono di nuovo al lavoro. Natale sembra ancora lontano e abbiamo tre lunghi mesi per essere efficienti e produttivi, svegliarci presto e comportarci da persone serie, cercando di esserne il più possibile convinti… Ce la faremo?
di Laura Bonaventura
Avete notato come forse l'unico luogo al mondo dove il tempo si ferma è il posto di lavoro? E' un fenomeno che dovrebbe essere maggiormente approfondito da scienziati e ricercatori. Siete entrati un certo numero di anni fa - due, cinque, dieci, venti -, eppure tutto sembra esattamente identico al primo giorno. La realtà esterna muta così velocemente da lasciarci frastornati, ogni anno l'umanità raddoppia la quantità di informazioni in proprio possesso, i neutrini sparati alla velocità della luce impiegano 2,5 millisecondi per percorrere i 730 km dal CERN di Ginevra ai laboratori del Gran Sasso, eppure nel vostro ufficio tutto resta assolutamente identico a se stesso.

Qualche segno del tempo che scorre si può cogliere solo nel lento deteriorarsi dell'arredamento: i muri ingialliscono, la moquette perde a poco a poco il suo colore originario, armadi e scrivanie acquistano l'inconfondibile aria dei vecchi mobili da ufficio, identici ovunque. Il passare degli anni lascia il segno anche sul personale, ma solo sul piano fisico. In questo senso tra i colleghi si assiste ad uno strano fenomeno: ci sono quelli che invecchiano, mettono su un pò di pancia, ingrigiscono, si vestono con abiti sempre più informi, e sono la maggioranza; in controtendenza ce n'è anche qualcuno che ringiovanisce: all'inizio era magari un pò grassottello, sciatto, occhiali, taglio di capelli improbabile, anonimo se non decisamente bruttino; poi, a poco a poco, la trasformazione: dieta, palestra, lenti a contatto, lampada, cambiamento completo di look, miete complimenti e un pò di invidia generale. Nessuno è mai riuscito a verificare se a casa sua sia nascosto qualche strano patto o un quadro coperto che invecchi al suo posto, ma tutti ne sono segretamente convinti.

L'assoluta immobilità riguarda invece l'aspetto socio-psicologico dell'ambiente lavorativo: giorno dopo giorno, anno dopo anno, si ripetono le stesse frasi fatte, le stesse battute, gli stessi argomenti banali, le stesse lamentele, gli stessi noiosissimi pranzi di gruppo, i medesimi pettegolezzi, l'immutabile rito delle pause per caffè e sigaretta. Si mescolano vecchi e nuovi palloni gonfiati, vecchi e nuovi prepotenti e succubi, ma quasi tutti sembrano restare sempre uguali a se stessi. C'è chi in questo acquario nuota beato, trovandosi in realtà perfettamente a suo agio anche quando si lamenta l'intera giornata, e chi si sente decisamente come un pesce fuor d'acqua. Per questi ultimi il rientro dalle ferie è decisamente il momento più duro, quando le sensazioni del "corridoio che stritola" e della "pianta ornamentale carnivora" si fanno decisamente più insistenti e fastidiose.

Cosa può aiutare il povero lavoratore a vivere bene in un ambiente che sente troppo stretto? Ecco una piccola top ten che ciascuno potrà integrare con le sue voci personali, liberando la fantasia e l'allegria.

1) Il lavoro. Paradossalmente niente fa passare il tempo più velocemente e più in fretta del concentrarsi sul lavoro e svolgerlo al meglio. E dà soddisfazione anche se nessuno si accorge che voi ne siete gli autori.

2) Gli amici. Chi ha detto che sul lavoro non si debbono avere amici? Nulla può rendervi piacevole le otto fatidiche ore più dei pochi amici veri che condividono la stessa esperienza. Sincerità, lealtà, simpatia e affetto sono le basi di qualunque amicizia, anche in ufficio.


3) La creatività. In qualsiasi lavoro si può usare la creatività. Non esiste un solo modo di fare le cose e non è detto che "si è sempre fatto così" sia una motivazione valida. Trovare il proprio modo, pensare con la propria testa, aggiungere un pizzico di novità è stimolante e può ravvivare anche la più grigia burocrazia.

4) La professionalità. Lavorare con professionalità non significa assumere acriticamente la maschera del proprio mestiere, ma vivere il proprio ruolo con passione e serietà, unendo nelle giuste dosi l'intelligenza e il cuore.

5) L'ironia. Ci sono persone e situazioni dalle quali solo l'ironia può salvarci: ci aiuta a prendere le distanze e a trovare il lato comico delle vicende più difficili da mandare giù.

6) Lo studio. Perchè fermarsi quando si può sempre crescere e migliorare? Imparare qualcosa di nuovo sulla propria attività è interessante e può far trovare nuovi stimoli, così come svolgere il proprio lavoro con maggiore competenza può renderci più orgogliosi di noi stessi.

7) Un oggetto che renda felici a guardarlo. Sulla mia scrivania c'è un vaso tondo con disegni blu che raccoglie un mazzo di roselline bianche di seta. Mi piace così tanto che guardarlo mi rallegra la giornata. E voi che cosa amate della vostra scrivania?

8) La discrezione. La discrezione è un ingrediente fondamentale per la felice sopravvivenza sul lavoro e riguarda tanto le informazioni che fornite circa i vostri fatti personali quanto le domande sulle vicende altrui. Non è l'indifferenza becera del "chi si fa gli affari suoi campa cent'anni", ma qualcosa che ha a che fare con il rispetto e l'attenzione. E' il saper dosare l'interessamento e la distanza, essere vicini senza sconfinare nè lasciarsi invadere. E' sempre apprezzata.

9) Lo stipendio. Anche se i propri emolumenti non sono esattamente simili a quelli del top management, il giorno dello stipendio è sempre un bel giorno.

10) Le fughe! Come mai oggi non ci siete? Dove siete andati? Un'assenza proprio in mezzo alla settimana... Un impegno familiare importante? Mantenete il più assoluto riserbo e godetevi delle meritate, meravigliose fughe. Chi ha detto che le ferie vadano prese solo in estate?


(21/09/2006)