ALLARGATE LA VOSTRA ZONA DI AGIO! DA UN LIBRO DI MARIO FURLAN
MARIO FURLAN

Non abbiate paura di uscire fuori dagli schemi, di affrontare esperienze nuove, di mettervi in gioco, di sbagliare. Sembra assurdo, eppure è l’unico modo per trovare la felicità.

di Ugo Perugini
Vorrei presentarvi un libro della Franco Angeli Editore che si intitola “Risveglia il campione in te!” di Mario Furlan, anche se mi rendo conto che molti di voi, solo leggendo il titolo, non potranno nascondere il loro scetticismo. Già mi immagino la battuta, espressa con aria sconsolata: “Il solito, trito manuale su come avere successo nella vita”.

Piano. Ragioniamo, prima di dare giudizi avventati. Mario Furlan è un uomo concreto, con i piedi per terra. Non è il solito “venditore di fumo”. Non circuisce il lettore con teorie reboanti ma campate in aria o proponendo pastoni filosofico-sincretici, adatti per tutti gli stomaci.

Lui bada al sodo e si rivolge al lettore con linguaggio semplice e diretto. Si intuisce – e lui non lo nega affatto – che quel che dice lo ha vissuto, spesso in prima persona, e vuole rendercene partecipi. Con nessun altro scopo se non farci scoprire le qualità nascoste che ognuno di noi ha. Insomma, in questo manuale, Furlan ci accompagna con bonomia e calore umano in un’avventura incredibile: la scoperta del nostro vero “io”. E scusatemi se è poco.

Come è la tua zona di comfort?

Sono innumerevoli gli spunti che ci offre questo manuale, ma su un concetto, in particolare, mi piace soffermarmi perché lo ritengo uno dei più importanti per contribuire alla crescita interiore di una persona.

Mi riferisco a quello che l’Autore chiama “la zona di agio”. Che altro non è che un “luogo mentale” (occupato da persone, situazioni, esperienze, attività, ecc.) nel quale noi ci troviamo bene, a nostro agio, appunto, e possiamo comportarci con naturalezza, serenità, sicurezza. In cui, in altri termini, siamo davvero noi stessi.

Il “raggio” della “zona di agio” o “zona di comfort” – riprendendo la definizione di Dale Carnegie, un altro grande conoscitore dell’animo umano – varia, naturalmente da persona a persona. Quelle più introverse l’avranno molto ridotto, quelle estroverse molto più allargato. Il problema è di cercare di ampliarlo il più possibile. Perché solo così potremmo migliorarci e aspirare alla felicità

Facile a dirsi. Meno facile a farsi. Il consiglio di Furlan, tuttavia, è semplice e intuitivo. Comincia a fare le cose che ti procurano qualche piccolo disagio. Esci dal terreno conosciuto e affronta l’ignoto. D’altra parte, questo è anche lo spirito dei pionieri che hanno fatto le scoperte più importanti per l’umanità.

Amiamo i nostri sbagli e cerchiamo di capirli!

Ci sono rischi da correre, è vero, si devono mettere in preventivo esperienze negative, ma non bisogna avere paura dei nostri errori. Aggiungerei che bisogna voler bene ai nostri errori (chiamiamoli, più semplicemente e umanamente, sbagli), ed evitare di demonizzarli, perché se li capiamo, essi ci consentiranno di crescere, di maturare.

Un’esperienza negativa, non metabolizzata con intelligenza e cuore in un giusto mix, può diventare, infatti, uno schema preventivo con cui affrontiamo le esperienze successive e che spesso ci costringe a sbagliare ancora. Scomodiamo per un attimo Freud – anche se non sarebbe il caso – per definire questo processo che egli ha descritto in modo inequivocabile come quello della “coazione a ripetere”.

Non barattare la sicurezza per la felicità! Non conviene per niente!

Ma, attenzione! La felicità sta proprio nel cercare di ampliare il più possibile il territorio in cui ci sentiamo a nostro agio. Riportiamo l’esempio tratto dal delizioso film di T. Burton, intitolato “Big Fish” (2003). I pesci rossi sono piccoli se vengono fatti crescere in vasche piccole, ma avranno dimensioni maggiori se li faremo vivere in vasche più grandi.

Anche noi dobbiamo aspirare a “vasche” più grandi, vale a dire dobbiamo ampliare la nostra “zona di comfort”. Oggi, però – ed è una triste constatazione – la gente ci prova sempre meno a farlo. Tiene molto di più alla sicurezza del suo “piccolo nido” che alla possibile “felicità” dei grandi spazi. Anzi, talora, costruisce mura intorno a sé, si isola e cerca di evitare qualsiasi esperienza “altra” che non conosce.

Ma se chiudiamo la nostra vita nel già vissuto, se ripetiamo i nostri gesti all’infinito, la nostra sicurezza – che tanto amiamo e difendiamo – diventerà noia, il nostro egoismo prevaricherà su tutto e non saremo più in grado di riconoscere la felicità perché ci saremo con il tempo “inariditi” e l’avremo bandita definitivamente dai nostri sentimenti.

Che aspettate allora? Ampliate la vostra “zona di comfort” e, soprattutto, cercate di essere felici!
Il libro di Mario Furlan “Risveglia il campione in te!” aiuta a scoprire le grandi potenzialità che ci sono dentro di noi. Basta seguire i suoi suggerimenti, esposti in modo piano e colloquiale, fare leva sulla propria forza di volontà, raccogliere tutto l’entusiasmo che c’è in noi per aspirare a ottenere qualsiasi risultato. E, secondo Furlan, non ci vuole una vita… bastano solo tre settimane.


(24/04/2006)