L'ESPERIENZA ACUSTICA E MUSICALE NELLA VITA PRENATALE
Anche la scienza conferma la potenza dell'effetto del suono sulla crescita del feto e di conseguenza l'importanza fondamentale dell'esperienza sonora prenatale.
di Dott.ssa Laura Silingardi
La ricerca scientifica del ventesimo secolo ha svelato ormai ogni segreto sull'affascinante meccanismo che regola e guida la nascita di una nuova vita, svelandoci il momento della fecondazione, dello sviluppo di un embrione e dell'accrescimento di un feto.

Da alcuni anni poi non si indaga più solo sull'aspetto biologico e fisiologico della vita intrauterina ma ci si interroga sulla "qualità" esperienziale della vita di un feto, di questo cucciolo d'uomo che al momento della nascita ci appare pronto ad affrontare quello che sarà il lungo cammino della vita. Ci si è chiesti se il feto sia in grado di percepire gusti, luci, colori, suoni, se può avere esperienze tattili e se sì a quanti mesi dal suo concepimento tutto questo può avvenire.

Le indagini condotte sulla vita prenatale nei reparti di neonantologia dei maggiori ospedali del mondo hanno dato risposte che possono aver dell'incredibile: il feto è un essere completo dotato di facoltà sensoriali sviluppate e pienamente operative. Tali facoltà sensoriali permettono al piccolo di aver un rapporto comunicativo e di interscambio con l'ambiente che lo circonda sia all'interno dell'utero che al suo esterno. In poche parole è stato dimostrato che egli è in grado di percepire – registrare – reagire a stimoli visivi, tattili, gustativi ed acustici giunti sino a lui.

Il primo stimolo in assoluto che il piccolo è in grado di percepire è quello sonoro: tutte le ricerche audiologiche fetali affermano che raggiunte le 18 settimane di gestazione, cioè a quattro mesi e mezzo dal concepimento, il feto è in grado di sentire e reagire a suoni o rumori che gli vengono indirizzati. Si pensi che un nascituro che cresce nei pressi di luoghi caratterizzati da suoni e vibrazioni forti, per esempio nei pressi di un aeroporto, è in grado di riconoscerli e di non reagire più quando gli si ripresentano.

L'orecchio del feto a diciotto settimane è completamente formato sul piano anatomico per quel che riguarda l'orecchio esterno e l'orecchio interno, dove l'apparato labirintico ha raggiunto già quella che sarà la sua misura adulta ed il nervo uditivo è perfettamente funzionante. Va sottolineato inoltre che quello uditivo è il nervo che viene "attivato" per primo.
Questi dati potrebbero già bastare per sottolineare il livello di importanza, assegnato dalla natura, all'esperienza acustica e musicale per l'intero sviluppo fetale.

Per parlare di ascolto e funzioni uditive non si può non citare Alfred Tomatis (1920-2001) medico otorinolaringoiatra francese, scopritore delle nuove funzioni riconosciute all'orecchio ed al sistema uditivo, fondatore dell'audiopsicofonologia e di un metodo per il trattamento dei disturbi dell'udito, della voce e comportamentali attraverso tecniche di rieducazione delle capacità di ascolto applicabile a qualsiasi età. Tomatis in "La notte uterina", già nel 1963 affermava come l'ascolto sia una facoltà sensoriale importantissima che si instaura nell'uomo fin dal principio della vita uterina. Il suono è vita, è energia in movimento sotto forma di onda vibratoria che smuove le cellule cigliate dell'orecchio interno e arriva come carica neuronale al cervello. L'orecchio è il principale organo di ricarica del sistema nervoso centrale. Ora chi più di un piccolo in crescita, sottoposto ad un lavoro di sviluppo superveloce quanto il feto od un neonato, può aver bisogno di energia sempre disponibile ?

Questo è un primo aspetto dell'ascolto fetale, anche se va sottolineato come non tutti i suoni portino lo stesso carico di energia. Vi siete mai chiesti perché ad un neonato istintivamente si parli con toni acuti e gli si suonino sonagli ? Basta riflettere sulle diverse frequenza vibratorie che caratterizzano i suoni, acuti ad Alta Frequenza e gravi a Bassa Frequenza. Le cellule cigliate dell'orecchio interno destinate a raccogliere e convogliare verso il cervello i suoni acuti, trasformando l'informazione sonora in impulso nervoso ed energia, sono cinque volte più numerose delle cellule cigliate addette alla ricezione dei suoni gravi.

La certezza dell'esistenza di un ascolto uterino da una parte e di una memoria sonora, di un possibile ricordo di voci, melodie, suoni, parole dall'altra, hanno permesso alla psicoanalisi di elaborare teorie che spiegherebbero lo straordinario "potere" della musica sull'uomo. Sono molti infatti i suoni che la nostra mente associa in modo inconscio al ricordo di una vita prenatale.


Basti pensare, come esempio, ai suoni legati all'acqua ed al suo scorrere ricostruiti in innumerevoli esempi di strumenti etnici (bastoni della pioggia, sonagli in legno ed osso) in ogni angolo del mondo.

Il suono che più di tutti resta impresso nella psiche di un neonato è la voce della madre: a pochi minuti dalla nascita egli è in grado di riconoscerla, dall'inflessione e dal ritmo. La voce della madre è l'unico suono che raggiunge il piccolo per via diretta, attraverso la vibrazione ossea della colonna vertebrale materna. Gli altri suoni, se non i gravi gorgoglii interni dai quali il meccanismo acustico difende il feto, giungono al piccolo dopo aver attraversato la parete addominale della madre.

Le caratteristiche acustico – sonore dell'ambiente in cui cresce una nuova vita sono molto importanti, queste possono incidere sulla vita futura segnando negativamente e per sempre capacità ed atteggiamenti comportamentali.

Tale fatto era ben presente nelle culture antiche, sono tanti i testi dove si fanno allusioni alla capacità percettiva ed uditiva del feto. Nel Vangelo di Luca ai versetti 41 e 44 troviamo: "appena Elisabettà udì il saluto di Maria, il bambino dentro di lei ebbe un fremito"; più avanti Elisabetta stessa afferma: "appena ho sentito il tuo saluto il bambino si è mosso dentro di me per la gioia".

Nella cultura cinese troviamo l'usanza di far passeggiare le future madri in luoghi chiamati "Centri della tranquillità" situati sulle rive dei fiumi allo scopo di alimentare sensazioni di pace piacevoli per il bambino e per la madre stessa. La cultura giapponese aveva invece sviluppato una tecnica chiamata "Tai-kyo", essa prevedeva che i genitori e i famigliari più stretti parlassero al nascituro per trasmettergli conoscenze. A tale riguardo basti osservare i numerosi dipinti di K. Utamaro (1753-1806), legati al tema della donna nella vita giapponese. Durante la gravidanza in tutte le culture orientali erano proibiti in modo rigoroso i suoni sgradevoli.

Nel mondo di oggi troviamo la nuovissima psicologia prenatale, ispiratrice di studi e riflessioni sulle nuove scoperte fatte sulla vita sensoriale prenatale. Essa afferma che per il neonato riconoscere in modo cosciente uno stimolo sensoriale sperimentato nella fase prenatale è importantissimo, proprio per la formazione delle linee portanti della personalità. Questo messaggio è stato recepito da compositori e case discografiche ed ha portato al ritorno sugli scafali di CD con ninna nanne per il neonato e nuovissime compilation per la gravidanza.

Il consiglio che mi sento di dare alle future mamme in qualità di musicologa ed esperta in materia, è quello di scegliere alcuni brani musicali che possono piacere alla mamma ed anche al piccolo che porta in grembo (osservate le sue reazioni di movimento in utero, se si agita o si tranquillizza), dedicate a questi brani alcuni minuti di ascolto, magari quotidiani o quasi.

Riproponete l'ascolto di questi brani al neonato quando arriverà nelle vostre case, avrete in mano un mezzo semplice ed efficace per dargli un benvenuto nel nuovo mondo incitandolo a non "buttare via" tutto quello che ha vissuto sino alla sua nascita e spronandolo a mantenere e collegare ricordi in un sereno passaggio dall'utero al mondo.


(30/03/2006)