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LA MAGNIFICA MERCE
WALTER SITI

Arnaldo Colasanti, Lorenzo Pavolini e Alessandro Piperno, presentano il nuovo libro di Walter Siti La magnifica merce: nei quattro racconti di Siti si scopre l’impotenza dell’individuo di fronte al potere del consumismo che, prima di tutto, astrae il corpo dalle sue emozioni.

Livia Bidoli

Nei quattro racconti della raccolta, edita da Einaudi, di cui il primo copre da solo cento pagine, si percorre una strada di crudeltà verso il corpo. Dal primo racconto, incentrato sui colloqui tra il selezionatore e l’escort, l’accompagnatore destinato ad un uomo o donna di potere e chiamato a svolgere dei compiti anche sessuali, all'ultimo, sulla paura di essere sepolti vivi.
Alessandro Piperno, autore di un libro appena uscito per Mondadori, Con le peggiori intenzioni, suscitando aspre polemiche quanto eccellenti favori nell’ambito della cultura letteraria, dice in proposito: “i personaggi, nonostante la freddezza dei dialoghi, sono pervasi da un tratto lirico e crudele, traducendo un rapporto di scambio, piacere contro denaro, in una compravendita di bellezza semi-poetica. La bellezza di questo ragazzo si scontra in questo caso con il potere del denaro del committente”.
La magnifica merce del titolo è quindi sia il corpo bello di questo ragazzo, sia i “favori” che promette al committente, che ha incaricato un selezionatore di sceglieli un accompagnatore a lui affine. La bellezza del corpo, sebbene sul viale del tramonto, si riflette nell’immagine di copertina rappresentando la spalla di un giovane che sorregge un bicchiere vuoto, lo stesso vuoto rappresentato dalla realtà postmoderna dei romanzi di Foster-Wallace,
I reality show, protagonisti delle conversazioni tra i due personaggi, Marcello Moriconi, il candidato escort, ed il selezionatore, evidenziano quanto, e le parole sono di Colasanti, “il primato dell’immagine sia superiore a quello della realtà”.

Lorenzo Pavolini, (Direttore della rivista letteraria Nuovi Argomenti) aggiunge: “ entrambi i personaggi amano guardare gli stessi format e chiudendo il dialogo parlano di quello di Maria de Filippi, tuttora in programmazione, velando con un effetto di verità il racconto”.
Il linguaggio romanesco delle narrazioni é simile a quello che Pasolini ha scelto per Petrolio, “eccetto che manca della sua espressività”, come afferma Colasanti: “infondendo piuttosto un’aridità quasi insostenibile ai colloqui”. La lingua romanesca di questo primo lungo racconto Perché io volavo, è inoltre priva di allusioni e, pur conservando un certo ritmo sostenuto, è anti-pasoliniana: infatti qui le pause non hanno un effetto emotivo come in Pasolini, frapponendo invece una distanza impersonale tra i personaggi.

In questi racconti l’autore Walter Siti, curatore dell’opera omnia di Pasolini, ha messo in scena le voci dei narratori, ed il suo sguardo, privo di indulgenza e snobismo, ”è stato guidato dagli stessi personaggi che, nel mentre scrivevo la terza parte della trilogia autobiografica, mi hanno suggerito le loro storie”. I suoi personaggi, rivela Siti, “mi hanno anche tradotto fuori da un eccesso di ragionamenti che la forma autobiografica dei romanzi ai quali precedentemente lavoravo mi avevano portato, tanto da decidere della forma del mio prossimo romanzo, a cui farà da sfondo proprio la televisione”.


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